Un cielo di piombo,
il cielo di Pechino,
sopra questa notte
di luci e danze.
tra dita di sambuca
pendono in violetto
i fili delle nostre corde
recondite e segrete,
sono al centro della pista,
tra folle prive di parole
inghiottite in un tremolio
caleidoscopico
di ritmi e colori.
Ti vedo ad un passo da me,
scivoli,
sei un sentiero di
torrenti e seta,
e io ti vorrei solo afferrare
con l'incertezza delle mie
mani, nonostante
le certezze che ho ascoltato
precipitare dalla tua bocca.
Vorrei solo affondarle
nelle rapide dei tuoi istinti
e nelle turbolenze dei tuoi umori,
queste mie mani ferme,
e con loro afferrarti,
tenerti a me, come
un tesoro assopito
tra coltri di fiumi
che io solamente
ho saputo guadare.
Balli
nell'intermittenza
di luci pazze, luci confuse,
luci che giocano e che tornano.
Le tue braccia
sono ali di falena
nell'euforia
di una notte lunga
alla mercè di questa
folle libertà.
Ma io
sono in un angolo d'ombra
nel sipario di un segreto,
solenne nel riserbo,
e da qui
percorro i tuoi passi
solo con l'incedere
del mio sguardo
che aderisce sui tuoi contorni,
che ispeziona le tue mosse,
che non concede margini
o respiro alle tue pulsioni.
Sei il dio della festa,
un lapillo di brio
che scalpita di vita,
che arde di libertà,
centro autonomo
di periferie che
si illudono di appartenerti,
come mi vorrei illudere
io che tu sia solo
e soltanto mio.
( Continua )
* Il "Latte" è una discoteca di Pechino.
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Un abbraccio e buon week
5 stelle prese dal cielo di Pechino
Nelle opere che ho letto ed anche in questa traspare inoltre uno struggimento malinconico che trovo vibrante e che ben rappresenta la condizione umana che molto vorrebbe ma spesso poco riesce ad afferrare nella effimera e sfuggente, come una farfalla,realta'