IL CONIGLIETTO INGORDO (prima parte)
già fiorita è la stagione,
fiori e frutti delle zone
rinverdite da quest’era.
Ma nel bosco è che si cela
lo sfuggente animaletto
che si nutre a ciò che è detto
di verdura ma non bela,
anzi scappa più repente
di saetta allor che ode
già vicino chi ne gode
nel vederlo, ma lui sente,
tosto fugge, si dilegua
e chi mai l’ha visto più?
Neanche l’aquila lassù,
lui che fugge senza tregua.
Il simpatico animale
è appellato “coniglietto”,
ha nomea che del boschetto
è colui che meno vale
poiché scappa, ma che colpa
può aver lui se è poco forte
e se per fuggir la morte
deve muovere la zampa?
Poi la trappola e la rete
in agguato sono ovunque
seminate in terra e dunque
il coniglio ha poche mete
per ritrarsi un poco in pace
e fuggir non è da vile
per chi è privo del virile
portamento. In lui tace
ogni ardore predatore,
s’accontenta l’animale
di radice vegetale
per saziare il suo languore,
ha pochissime pretese
il suddetto coniglietto.
Simpatico animaletto!
Ma sfuggendo le contese
sotto il sole mattutino
infilò il suo bel musetto
nella trappola e il boschetto
parve avverso, poverino!
Ora è lì che attende certo
della morte a poche ore…
Ma ad un tratto… no!... Stupore!
Più non vede il fato incerto:
vede l’uomo animalista
che lo trae fuor dall’inganno
e lo toglie dal malanno;
altro pasto adesso è in vista
per il cacciatore ostile
che non prederà il coniglio
ma darà a saziar suo figlio
forse carne dell’ovile.
Nel frattempo il coniglietto
è curato già a dovere:
l’alleato lo fa entrare
nella casa per sanare
la sua zampa e le ferite …
“Questo sangue mi rattrista”,
pensa in sé l’animalista,
“Ora sazio la sua sete”.
Voto: | su 4 votanti |
HAI METAFORIZZATO CON MAESTRIA LE INCONGRUENZE QUOTIDIANE.
IL MIO ELOGIO E LA MIA LIETA SERATA.
*****
Ti ritrovo assorto in questa bella storiella che fa riflettere molto.
Come sempre hai lasciato la tua firma
davvero bravo ciao caro.