che scorrono come torrenti
tra lembi disossati di campi,
Lampioni come spade
incastonati su bordi consunti,
la nenia della gomma
sul brecciolino che gracida,
e i miei occhi, così affamati
e satolli di pensieri per te,
adagiati freddi sul vetro
del finestrino, che sfreccia
braccato dall'evanescenza
di un altro Natale che va,
di un altro mese senza noi.
Chissà come poi,
mi sei balenato dentro.
dentro gli occhi,
in corsa su pareti lisce
per eludere ogni lacrima di cielo,
E io lì a cercare in ogni loro riflesso
un qualcosa di te.
Mi sei balenato dentro,
nelle orecchie, fin sotto la pelle,
una melodia che posso udire io
e io solo, scagionata dallo sterno
umido dell'agro romano,
oceano di terra e di voluttà,
che si estende là sull'orizzonte.
Mi prude il cuore,
Mi preme nel petto,
al solo pensare di scriverti,
al solo decidere di decidere
di parlarti, di ascoltarti.
Mi baleni dentro,
un bagliore intenso
che rischiara i miei
contorni opachi
e i miei giorni tutti uguali.
Mi baleni dentro,
oggi, domani e poi ancora chissà
ma intanto
seppure mi consumerei
di parole da dirti,
mi impongo un silenzio
distante che ci lascia
conoscenti e sconosciuti.
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