SUL 23 BARRATO, DI MATTINA
con consueti gesti di quell’eleganza che tradisce un lontano oriente
alle sue spalle una vecchina immerge gli occhiali spessi nel giornale di ieri
tra discussioni accese per un gol al novantesimo
mentre fuori stormi di lucine brillano chiamando a gran voce il Natale
e nuovi squarci di mondo si aprono davanti ai miei occhi
Allegramente dal finestrino una piccola creatura imbacuccata mi saluta
l’Africa di chi sogna brilla nei suoi occhi
mi strappa un sorriso;
mi sputa in faccia la miseria sbattuta sotto il ponte romano
come ogni maledetta mattina che puzza di Tavernello
come ogni santo giorno
nei giorni di chi non conta
E avanza il cielo
facendo spazio alle prime luci di un pallido mattino
di quelli che hanno bisogno di un caffè per partire
che senza altrimenti saresti perso o perduto nei pensieri della notte passata
a rifare progetti
a rifarti una vita
Si incrociano gli sguardi di tutti qui sopra
racchiusi dentro un enorme punto di domanda
sguardi di mondi uguali e al contempo diversi
celati dietro a splendide maschere
divisi tra passato e presente
Siamo tutti così vicini
riempiendo freddi vuoti
tutti così soli
nell’attesa della prossima fermata
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tutti così vicini e, in fondo, tutti così lontani
bellissima...straordinaria poesia di un quotidiano mai scontato