a respirare l’aria della primavera,
a vedere i tanti che sono vissuti e sono morti,
a vedere l’eterna stella d’oro,
a vedere tutti quelli che ci hanno preceduto,
tenendosi stretti all’orlo del tuo vestito
per tutto il cammino, dalla Trinacria
fino al tuo dolce e ultimo amen.
Lasciate che le campane suonino,
lui è cosa vera,
lasciate che le campane suonino,
lui è cosa vera.
Prendi questo tuono assordante.
Prendi questo pane e questo vino,
non è il tuo passaggio che ci rattrista,
ma il mondo che ti sei lasciato alle spalle.
Bene, non respirare, non emettere alcun suono
e guarda la tua opera potente
che si alza come una torre sopra il terreno disinteressato,
di un mondo più povero e più buio.
Lasciate che le campane suonino,
lui è cosa vera,
lasciatele suonare,
lui è cosa vera.
Ci sono alcuni di noi che non sanno legare nemmeno i lacci delle tue scarpe,
ma devono restare dietro le tue spalle per dare la loro testimonianza,
attraverso un blues elementare.
Così andiamocene fuori a camminare, è tardi.
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