braccia per scaldare
gambe per correre lontano
tu, io, tutti
abbiamo catene e lacci slegati
il tepore di un petto
spalle forti e larghe come un letto
avvezzo al pianto ed al riposo
abbiamo qualcuno che ci ama
e qualcun altro che ci usa
abbiamo un dito al culo per fottere l’occorrenza
ma siamo quattro fessi vigliacchi senza morso e senza versi
abbiamo il dolore del ricordo
di genitori bianchi come letti stanchi
di anni e sofferenza nel vederli
- resta viva, nei lati oscuri, la voglia di ucciderli -
perché le loro mani
le braccia e i petti
non trovano la forza
Ho strade parallele alcolizzate
e boccioli drogati
ho tanto male nel vedere sofferenza
ho nelle orecchie il respiro di un bambino
legato da tubi come cappi
ed aghi conficcati al cuore
ho che ho pochi soldi ma non c’è paragone
tra la moneta e la vita
l’ultima non rinasce
e mai vedrà futuro
ho che ho schifo del baratto
degli ipocriti e degli opportunisti
ho
sotto le costole
qualcosa che batte lentamente
- strano dolce amaro intriso d’indolenza -
dove gli spazi si camuffano d’infinito
e l’eterno non è altro che un limite
abusato ed illuso fino al midollo
che si crepa di bugia in bugia
per tornare all’origine
alla cellula madre
al petto
all’abbraccio
impietrito
mancato
sfranto
Voto: | su 4 votanti |
Felice settimana
Versi molto concreti ma creano una empatia particolare.
UN LECITO VERSEGGIO FIRMATO PER INDURRE A CAPIRE IL MARASMA CHE SI E' ABBARBICATO ALLA QUOTIDIANITA' IMPIETRENDOLA, MANCANDOLE IN CALORE UMANO, SPANPANANDOLA, STRAVOLGENDOLA.
LIETA SETTIMANA.
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dura, schietta
ma anche di una tenerezza indicibile
bellissima