Un silenzio si sente,
continuo, profondo,
un silenzio di assenza,
una presenza di poco,
solo pispigli di fronde,
poche, rimaste sui rami,
silenzio di sterpi ingrigiti,
silenzio di uccelli partiti;
qualche moscone s’impiglia
ancora alle tende ma a breve
avrà avuto pariglia;
non più il calabrone
combatte ed armeggia
sbattendo sui muri
la sua corazza
di rosso e di nero.
Silenzio leggero
di rami che muovono
lenti per non disturbare;
il vento verrà a scompigliare
gli erbai, fischiando salace
frammezzo alle vie
sbattendo ai cantoni,
ghignando e gigando.
A due passi, oltre il muro,
un mondo stranito
che impazza, che corre
avvolto in rumori
impregnato di odori
sfinito in furori:
ma è qui che si culla l’amore.
continuo, profondo,
un silenzio di assenza,
una presenza di poco,
solo pispigli di fronde,
poche, rimaste sui rami,
silenzio di sterpi ingrigiti,
silenzio di uccelli partiti;
qualche moscone s’impiglia
ancora alle tende ma a breve
avrà avuto pariglia;
non più il calabrone
combatte ed armeggia
sbattendo sui muri
la sua corazza
di rosso e di nero.
Silenzio leggero
di rami che muovono
lenti per non disturbare;
il vento verrà a scompigliare
gli erbai, fischiando salace
frammezzo alle vie
sbattendo ai cantoni,
ghignando e gigando.
A due passi, oltre il muro,
un mondo stranito
che impazza, che corre
avvolto in rumori
impregnato di odori
sfinito in furori:
ma è qui che si culla l’amore.
4 ottobre 2003/104
Poesia scritta il 22/03/2013 - 18:19
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