Alle anime svuotate
Parlo in nome dell'azione
Davanti all'impotenza
di chi crede sia sconfitto
Dalla folla sopraffatto
E non rivendica un riscatto.
Anestetico somministrato alle coscienze
L'autodistruzione dell'umanità consenziente
Concorre al suicidio delle intelligenze.
Ceco, sordo e analfabeta
Sottoscrivi la condanna
della tua stessa meta
proclamando la folla "detentore del vero"
Firmando l'accesso
alla mediocrità dell'ordinario.
Sulla via dell'affare concluso
Sboccia vigile un occhio
che non cede al compromesso
del celato sopruso.
Sguardo attento e presente
È difficile ingannare la mente
Libera da condizionamenti
E congetture
Sul terreno della consapevolezza
Non trovano fertilità
le tue flebili paure.
Taglia le radici dell'alienazione
E apri le porte alla liberazione
Squarcia la via della sopraffazione
Trascendi il sistema e purificati dalla contaminazione.
E ricorda a te stesso:
Nel disegno della vita
SONO IO
L'architetto del mio mondo
Il custode del mio tempo
E non chiedo a dio il permesso;
Giudice e imputato di una causa
Che riguarda la mia stessa redenzione
Sono io
Responsabile della mia autoassoluzione.
Perché l'unico peccato
È l'incoscienza di non essere padrone
della mia esistenza.
Parlo in nome dell'azione
Davanti all'impotenza
di chi crede sia sconfitto
Dalla folla sopraffatto
E non rivendica un riscatto.
Anestetico somministrato alle coscienze
L'autodistruzione dell'umanità consenziente
Concorre al suicidio delle intelligenze.
Ceco, sordo e analfabeta
Sottoscrivi la condanna
della tua stessa meta
proclamando la folla "detentore del vero"
Firmando l'accesso
alla mediocrità dell'ordinario.
Sulla via dell'affare concluso
Sboccia vigile un occhio
che non cede al compromesso
del celato sopruso.
Sguardo attento e presente
È difficile ingannare la mente
Libera da condizionamenti
E congetture
Sul terreno della consapevolezza
Non trovano fertilità
le tue flebili paure.
Taglia le radici dell'alienazione
E apri le porte alla liberazione
Squarcia la via della sopraffazione
Trascendi il sistema e purificati dalla contaminazione.
E ricorda a te stesso:
Nel disegno della vita
SONO IO
L'architetto del mio mondo
Il custode del mio tempo
E non chiedo a dio il permesso;
Giudice e imputato di una causa
Che riguarda la mia stessa redenzione
Sono io
Responsabile della mia autoassoluzione.
Perché l'unico peccato
È l'incoscienza di non essere padrone
della mia esistenza.
Poesia scritta il 22/04/2017 - 10:22
Letta n.1086 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
ottima e abbondante, piaciuta
enio2 orsuni 22/04/2017 - 17:48
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Benvenuta tra gli amici e le amiche della Casa de' Poeti OGGISCRIVO.
Più che un ammonimento nel tuo chiudere poetico.
Lieto meriggio, Giulia.
*****
Più che un ammonimento nel tuo chiudere poetico.
Lieto meriggio, Giulia.
*****
Rocco Michele LETTINI 22/04/2017 - 15:25
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hai fatto tante rime ma conclusioni poche su una cosa sono d'accordo non siamo padroni della nostra esistenza 5*
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 22/04/2017 - 13:43
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