fuori il debordante fruscio dei motori degli aerei
riempie l’aria e la satura.
La coda è lunga.
Mi ricordo solo che mi sono voltato e ti ho visto,
nel tuo abitino sgualcito color crema e una palandrana
di qualche misura più grande di te.
Anche tu mi hai guardato.
E ci siamo uniti in un muto accordo fatto di silenzio.
Quando sono uscito dallo spaccio mi sono accorto
che tu non eri più visibile ai miei occhi.
Forse eri ancora in coda o te n’eri andata via.
Ho accelerato il passo per girare l’angolo e magari scorgerti
nella grande piazza con  le fontane.
I rumori che provenivano dal cielo erano terrificanti.
Ho guardato a destra e a manca e alla fine ti ho vista.
Camminavi trafelata con la testa bassa,
ti eri annodata un foulard sulla testa,
non badavi a nessuno,
sembrava corressi.
Ti ho raggiunta e ti ho toccato una spalla,
ti sei voltata e i tuoi grandi occhi cerulei mi hanno sorriso.
Ci siamo abbracciati, due perfetti sconosciuti soli e ignari l’uno dell’altro,
e dal nostro abbraccio è nato un fiore che ti ho appuntato sul cappotto.
Poesia scritta il 30/05/2017 - 14:56Voto:  |  su 6 votanti  | 
	
  
  
  
genoveffa frau  
 01/06/2017 - 00:15 LIETA GIORNATA, GIULIO.
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Rocco Michele LETTINI  
 31/05/2017 - 08:25 ti vedo come un uomo d'altri tempi che oltre la bellezza, si magnifica dei "particolari"...
  
  
  
  
  
  
laisa azzurra  
 30/05/2017 - 20:42 Ritrovare il senso della vita in un mondo colmo di odio.
Un sorriso tacita ma straordinaria comunicazione.
Versi molto belli.
  
  
  
  
ALFONSO BORDONARO  
 30/05/2017 - 20:14 
Anna Rossi  
 30/05/2017 - 19:06 
Rosi Rosi  
 30/05/2017 - 19:02 
GIANCARLO   "LUPO" POETA  DELL  
 30/05/2017 - 18:49 
antonio girardi  
 30/05/2017 - 16:36 
  
  
  
Paolo Ciraolo  
 30/05/2017 - 16:10 
                        


