risplendente d’aurora e irrorato dalla rugiada,
con le mani svellevi le piante e le portavi con te;
mi preparerai una tisana stasera, sì una tisana di tarassaco.
Stamane ti fissavo la schiena nuda che irradiava luce attraverso la finestra.
La linea della schiena era sghemba, leggermente arcuata,
ho allungato le mani sulle tue spalle, ma ti sei ritratta,
il sole non era ancora salito nel cielo.
Così l’ombra scura di una defenestrazione stazionava di sotto,
perenni nevi di ghiacciai si scioglievano al sole,
aerei dalle carlinghe affusolate solcavano i cieli.
Ma tu eri ancora lì a estirpare il tarassaco.
Spillare codardia da botti di rovere e evitare il boma che ti spacca la testa.
Passare vicino vicino alla superficie dell’acqua
è poca cosa se paragonato alle imprese che tu sei in grado di compiere.
Intanto i morti vengono portati fuori.
Ti ho visto arrivare col tuo fagotto bello gonfio,
ne hai raccolto parecchio, è andata bene la ricerca,
e di nuovo sono lì a toccarti le spalle e quella linea della schiena così curva;
no, non me ne andrò stasera, aspetterò che la notte venga a piangere sulla mia spalla.
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Complimenti poeta malinconico!
Nicol
5 stelline tutte per te