E\' Tempo
E’ tempo
ricordo l’abbaglio del volto
all’ora di pranzo
e quegli artigli sulla lingua
il ribollire di quel possesso
che negavo e negavo a me stesso.
O forse no.
Era una nebbia che avvolgeva la casa
e le finestre diroccavano di silenzi
e tutta quella saliva ancora da ingoiare
in me colavano nomi e memorie
che d’improvviso mi si aprivano
su quel letto di morte.
ricordo l’abbaglio del volto
all’ora di pranzo
e quegli artigli sulla lingua
il ribollire di quel possesso
che negavo e negavo a me stesso.
O forse no.
Era una nebbia che avvolgeva la casa
e le finestre diroccavano di silenzi
e tutta quella saliva ancora da ingoiare
in me colavano nomi e memorie
che d’improvviso mi si aprivano
su quel letto di morte.
E’ tempo
troppo tempo che non riesco a piangere
adesso quelle parole sono arrivate
cotte come l’oro
nei silenzi più atroci
come crampi negli occhi.
E’ tempo
l’abbaglio nel tuo volto
e il mondo se ne va via
senza crampi
senza corde
senza giochi
senza essere più niente.
E’ stata come una corsa di notte
sulla spiaggia
eravamo nello stesso sguardo
nei stessi dintorni
e attraverso le pareti
ma sconosciuti nelle parole.-
@GiuseppeLonatro
Poesia scritta il 19/10/2017 - 16:07
Letta n.477 volte.
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Commenti
Profondamente bella, in una successione di tempo come a scandire quello che resta di un qualcosa che ora finalmente si è sciolto nel pianto... dolore, amore e poesia!
margherita pisano 20/10/2017 - 19:01
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