L’autunno,quest’autunno
Ha trame forse troppo pretenziose
Per il mio effimero avvenire
Ha trame forse troppo pretenziose
Per il mio effimero avvenire
Dal letto d’ospedale esigo
Una mia tumulazione prematura
Poiché gli ingordi sono altri
Ingordi(se voi me ne prestiate il termine)
Di una qualsivoglia abbondanza
C’è l’estetica che m’assale e mi logora
Dei(cosiddetti)vivi
Attornianti e spregevoli all’inverosimile
Che con falsa modestia
Disilludono il buonsenso
Non ho difesa verso i loro avidi saccheggi
Alle loro omelie recitative alquanto stucchevoli
E intinte di sotterfugi d’ogni sorta
Pertanto è preferibile che io riesca d’essi
A sottrarmi
Fino all’atto conclusivo
Della mia proiezione
Provvida e concettuale
In perfetta solitudine post mortem
(Un corpo freddo
Merita la stessa dislocazione
Di un sorriso mal riposto
A scanso di equivoci)
Poesia scritta il 09/11/2017 - 14:45
Da Mirko Faes
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