Accadde un giorno
che senza volerlo
il cibo mi sembrò una peste nera
e ogni frutto era come vescica
ma ricolma di denso male;
um giorno il cibo iniziò a puzzare.
che senza volerlo
il cibo mi sembrò una peste nera
e ogni frutto era come vescica
ma ricolma di denso male;
um giorno il cibo iniziò a puzzare.
La carne era cadavere
e ogni condimento un orrendo unguento
utile solo a mummificare
tutta quella materia morta:
ogni pasto era una cerimonia funebre.
E io dovevo ingerire quella malattia
e la sentivo scomporsi in me
e le mie membra assorbirne
ogni schifosa molecola
mentre costruivo il mio orrendo corpo.
Accadde un giorno
che decisi di smettere
quel terribile rituale;
accadde un giorno
che iniziai a vomitare.
E gli altri non capivano
sommersi dal troppo
e mangiavano e mangiavano
e sentivo l'orrendo crescere in loro.
Accadde un giorno,
che il mio corpo si purificò:
e ogni molecola di materia scomparve
e fui pulito.
Poesia scritta il 29/11/2017 - 00:25
Letta n.1002 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
GIROVAGO.... Ele riconosce l'esperienza, Marilla bella strana, Maria con diplomazia fa fatica a capirla per me credo che tu sia diventato vegano è l'unica spiegazione. Di solito anche per fame il cibo è una gioia del palato e della vita. Se sono in errore spiegami tu.....
mirella narducci 29/11/2017 - 20:39
--------------------------------------
Spero tu mi perdonerai ma faccio
fatica a capire questa tua poesia.
fatica a capire questa tua poesia.
A te un caro saluto
ciao
Maria Cimino 29/11/2017 - 20:28
--------------------------------------
***** bella. Strana.
Marilla Tramonto 29/11/2017 - 13:59
--------------------------------------
Riconosco l'esperienza. Immagini forti che mi hanno riportato a quei giorni terribili. Bello.
Ele Nicks 29/11/2017 - 11:46
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.