come la lebbra sul corpo di un moribondo.
Chiazze grigioverdi danno un tono militare
alle zone più in ombra.
Mi giro e mi rigiro nel letto, sento il calore del tuo corpo.
Mi avvicino a te e ti abbraccio,
metto le mie mani sotto al seno e le muovo delicatamente.
Ho ancora bisogno di te.
Ora sono in piedi e vestito di tutto punto,
io il Funzionario delle ferrovie,
gente rara di questi tempi.
Ho un vestito blu con i polsini gialli
e i miei stivali di cuoio verdi.
E’ ora che vada ma non riesco a staccarmi da te.
Così torno in camera ma non ti trovo,
ispeziono le altre camere della casa ma tu non ci sei.
E’ strana questa tua dipartita, così improvvisa,
quando mi accorgo d’un biglietto lasciato sul tavolo
Dice che devi prendere un po’ si tempo per te stessa,
che ne hai bisogno, che non ne puoi fare a meno.
Mi levo il cappello e mi netto il sudore.
Ora il sole si è alzato dal suo giaciglio notturno,
e illumina la campagna lassa e bruna.
Come farò senza di te?
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Ciao