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Palcoscenico Diabolico

Mi fermai a contemplare il flusso delle cose umane
Di ciò che mi si poneva immediatamente dinanzi, constatabile.
Vidi lo scorrere delle macchine su ruote,
le immagini confortanti sugli schermi comunicanti, tascabili,
che utilizziamo come protesi per il nostro intelletto atrofizzato,
per la nostra solitudine ripudiata.
Vidi gli sguardi torvi di chi in questa quotidiana follia ha imparato a ben recitare, ma occhio non inganna aimè.
Le piccole e grandi squadre da divano davanti una scatola parlante che dispensa piccole e mirate pillole di terrore consumistico
Vidi la sacralità della Famiglia che dissacra l'Uomo.
Quando vidi ciò,
capii che una prima, terribile,
(o magnifica) bozza dell'inferno era pronta. E di un'architettura così sublime da poter essere quasi apprezzabile.
Rullo di tamburi,
il futuro computabile.



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Poesia scritta il 12/01/2018 - 11:51
Da Alex Favretto
Letta n.1045 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie davvero per i commenti.

Alex Favretto 13/01/2018 - 17:52

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Ma che bella poesia....scritta bene...riflessiva.... interessante....

Yasmine S. 13/01/2018 - 17:25

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La tua poesia fa riflettere
su tutto ciò di cui siamo circondati

Complimenti Alex profonda riflessione questa tua


Maria Cimino 12/01/2018 - 23:11

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ALEX....Ci stiamo iscatolando in scatole sempre più piccole simili a matriosche. Chiusi nel nostro piccolo inferno che ci sembrerà accettabile rispetto a quello che c'è fuori. Credo che dovremo accettarlo cosi com'è.....

mirella narducci 12/01/2018 - 23:06

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