Mi sforzo di guardare oltre,
oltre il rammarico di non avere altro
da donarti, se non un respiro
e quattro parole di vita comune.
Mi siedo di fronte a te,
che sei inebriata da una meraviglia statuaria
che si chiama vivere;
e da te, timoroso e fiacco, cerco di prendere
il meglio.
L'uomo che non sono, ma che vorrei disegnare
dinanzi ai tuoi occhi.
Il coraggio di guardarmi le mani, consumate
dall'impeto che non mi sono permesso.
Guardo dietro i tuoi occhi:
e vedo le possibilità.
Un rumore sordo, che rimbalza fra di noi.
E rimane il niente,
così gigante,
così tenue,
così disperatamente romantico.
oltre il rammarico di non avere altro
da donarti, se non un respiro
e quattro parole di vita comune.
Mi siedo di fronte a te,
che sei inebriata da una meraviglia statuaria
che si chiama vivere;
e da te, timoroso e fiacco, cerco di prendere
il meglio.
L'uomo che non sono, ma che vorrei disegnare
dinanzi ai tuoi occhi.
Il coraggio di guardarmi le mani, consumate
dall'impeto che non mi sono permesso.
Guardo dietro i tuoi occhi:
e vedo le possibilità.
Un rumore sordo, che rimbalza fra di noi.
E rimane il niente,
così gigante,
così tenue,
così disperatamente romantico.
Poesia scritta il 20/06/2018 - 09:24
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