Alla destra del bel lido l eterno. monte
dai pini coverto ,di lungi tra il tremolar della marina il porto ove navigli tiravan
L' ancora.
Temp'era del cancro nel sole , giunto al suo primo mezzo
Oltre, io vedevo i rocciosi appigli
la selva riarsa dalla calura d 'estate.
Tra il baglior dei raggi scintillanti
come gemme intorno ,
ni perdevo in quel loco ,
che dal tempo era difeso.
Rapidi gabbiani sfioravano il pelo
dell 'onde che già bramavan,di veder la riva .
Un uomo coi suoi pensier
li si rallegrava ,
lodava la dolcezza del giorno ,
Lo Sfioravano i profumi del mare .
Li dove cielo e pelago trovano il confine
respirava la brezza gentile .
Era dunque re non v 'era tempesta
che molestava il rifuggio.
Scemavamo una ad una le ore del
giorno.
Sciamavano come farfalle in primavera
I soavi sentimenti che amor governa .
Tra quella sabbia riposa ll cor compunto ,
da cotal piacere ,l' animo non più si spaura,
al calar della notte,ed ogni piacer serra in
sua natura .
Corrado cioci
Voto: | su 1 votanti |
Nessun commento è presente