Non perdonare, figlio mio
A te sarà concesso
d'mmergerti lieto
nell'acque del
ruscello crosciante figlio mio,
e coi tondi ciotoli levigati giocare
e sul glabro arenile
distendere
le nude membra
e la bionda arena
soffice coltre calda,
brillante nel sole
ridente, disegnare,
perfetta... l'impronta
dell'amore.
E vedere guizzare,
baleno argentato,
la trota iridata
balzante fulminea
sulla preda
dai dirupi
di fuoco discesa,
ed indugia
sul fresco
spumeggiar fluttuante
delle irruenti
rapide.
E con religioso rispetto
col cavo calloso
assumere dal rivo
del stanco agricoltore
il liquido prezioso:
genuino ristoro
e frescura;
ed il viso aspargendo
del lucente lavacro
lo spirito ritempra
godendo in cuor suo,
misurando con lo sguardo
le messi mature
ed ondeggianti,
grevi sul tenue stelo
rista' il cacciatore
provato e nel limpido
rivo scarica
la tensione
del cruento inseguire:
vociante,ve co' gesti
invitando alla quiete
il suo cane che di dosso si scrolla
miriadi di gocce,
pulviscolo
d'arcobaleno:
nel fango poi
s'acqueta pigramente
ansimando...
E il volto al ciel
levare, sicuro..
levarlo al sereno sole
fattosi terso
de' fumosi fantasmi
che lo resero fosco:
sereno e solenne
d'azzurro fra le nubi
chiare ritemprino
le penne alle rinate
rondini:
veloci, lucenti, gioconde come tante
speranze che..
.. non devono morire.
Quando contemplerai
l'iniqua rapina,
pur lenta ma feroce,
da' padri tuoi,
figlio mio, attuata:
quando la velenosa
matrice del cancro
la morte propaga
fra i tuoi frutti:
non perdonarci, no!
La bramosia di pochi,
rovina fu solo
per tutti;
Non perdonare il furto
che ti lascia la terra
brulla e saccheggiata.
Condanna ti chiedo,
severa condanna
per la nostra
tolleranza insensata.
d'mmergerti lieto
nell'acque del
ruscello crosciante figlio mio,
e coi tondi ciotoli levigati giocare
e sul glabro arenile
distendere
le nude membra
e la bionda arena
soffice coltre calda,
brillante nel sole
ridente, disegnare,
perfetta... l'impronta
dell'amore.
E vedere guizzare,
baleno argentato,
la trota iridata
balzante fulminea
sulla preda
dai dirupi
di fuoco discesa,
ed indugia
sul fresco
spumeggiar fluttuante
delle irruenti
rapide.
E con religioso rispetto
col cavo calloso
assumere dal rivo
del stanco agricoltore
il liquido prezioso:
genuino ristoro
e frescura;
ed il viso aspargendo
del lucente lavacro
lo spirito ritempra
godendo in cuor suo,
misurando con lo sguardo
le messi mature
ed ondeggianti,
grevi sul tenue stelo
rista' il cacciatore
provato e nel limpido
rivo scarica
la tensione
del cruento inseguire:
vociante,ve co' gesti
invitando alla quiete
il suo cane che di dosso si scrolla
miriadi di gocce,
pulviscolo
d'arcobaleno:
nel fango poi
s'acqueta pigramente
ansimando...
E il volto al ciel
levare, sicuro..
levarlo al sereno sole
fattosi terso
de' fumosi fantasmi
che lo resero fosco:
sereno e solenne
d'azzurro fra le nubi
chiare ritemprino
le penne alle rinate
rondini:
veloci, lucenti, gioconde come tante
speranze che..
.. non devono morire.
Quando contemplerai
l'iniqua rapina,
pur lenta ma feroce,
da' padri tuoi,
figlio mio, attuata:
quando la velenosa
matrice del cancro
la morte propaga
fra i tuoi frutti:
non perdonarci, no!
La bramosia di pochi,
rovina fu solo
per tutti;
Non perdonare il furto
che ti lascia la terra
brulla e saccheggiata.
Condanna ti chiedo,
severa condanna
per la nostra
tolleranza insensata.
Poesia scritta il 06/12/2018 - 00:41
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
una lettera aperta
una denuncia in poesia
davvero incisiva, davvero bellissima
una denuncia in poesia
davvero incisiva, davvero bellissima
laisa azzurra 06/12/2018 - 20:46
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Una meraviglia!
Per poetica e linguaggio.
Insomma un capolavoro, veramente bravo!
Un saluto
Per poetica e linguaggio.
Insomma un capolavoro, veramente bravo!
Un saluto
Loris Marcato 06/12/2018 - 07:49
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