gelida pioggia
ed irruente
la pioggia scroscia,
e di fredde frecce
il moto tacito trafigge
delle nude
mani in tremito
che dal mio cuore
gli intimi
sussulti svela:
triste solitudine
nella penombra
d'una via che ondeggia,
ubriaca, sotto
l'oscillante lampada
frustata dal libeccio.
Incalza il brivido
e percuote
indomito
l'anima mia dolente,
la cui stridula voce
da' gli occhi sprizza,
mista a lacrime
scendenti
nella tenebra
la mente
avviluppando
coi tentacoli
d'un disperato tedio
che impassibile
la gola strozza
lento .. inesorabile
com'un vapor letifero.
Si strazia
il petto
ripensando
all'ultimo atto
del nostro amore:
quel terribile
<< arrivederci >>
duro e carezzevole,
spergiuri e inconsci,
e sterile!
E ritorni, ricordo
qual fuliggine
del cielo;
e più ti scaccio,
più ti vendichi:
eterno, a soffocarmi
nella subdola
spirale del tuo incubo.
Lento s'annebbia
il rumor della pioggia,
torpido e molle,
all'ondular
de'liquidi sprazzi
che il tempestoso
viale illuminano
e, come spettri,
gli alberi.
Attratto
dal ridente gorgo,
subito
il vascello abbandono
dell'effimera
esistenza:
e m'affossa
l'onda e m'eleva,
ed annaspo nel
torbido fondale
e ancor emergo
per il liquido
torpore:
in quelle
vaste latitudini
sperdute ed infinite,
dove l'incubo
m'accarezza,
annientandomi.
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Un arrivederci che si è tramutato in un addio con tt l'amarezza di un sogno infranto.