E si chinò il cielo
non per ammonir il fatal
orgoglio umano,
ma per infrangere la paura
che imponeva la bellezza
delle lontane stelle,
ardenti negli occhi.
E si avvicinò la Lampada
ingenerata, madre del
sole; scese confinandosi
nell'umana caducità carnale,
ritirando la travolgente
luce per riaccender
splendore a chi
lo perdette nell'antica
notte della sua festa.
E nel fioco soffio
s'apre così un'ispiera
di frescura
che nel pesante bruciore
affannoso della solitudine,
lancia lo spiro
della sfuggente
verità radiale.
Così che nell'alba
s'intensifichi
il tempo tripartito,
in un vecchio
rammento vivificato
nel sigillo
della tenera
sapienza.
Poesia scritta il 18/12/2018 - 18:38
Letta n.1146 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
bellissima
sapiente
sapiente
laisa azzurra 20/12/2018 - 21:26
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Molto piaciuta 5*
Paolo Perrone 19/12/2018 - 08:41
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Molto bella e ricercata.
Antonio Girardi 18/12/2018 - 21:33
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