Ho inciso un marchio
nel fraterno fluire
d'un navigante incosciente.
La mia acerba ignoranza
vien pugnalata dal principio
da cui mi son sempre nutrito.
Ho compreso l'impossibilità
del rimandare l'inevitabile
ponendo un semplice piede
al di fuori del solito luogo comune;
un paesaggio spoglio
in cui vige solitudine.
nel fraterno fluire
d'un navigante incosciente.
La mia acerba ignoranza
vien pugnalata dal principio
da cui mi son sempre nutrito.
Ho compreso l'impossibilità
del rimandare l'inevitabile
ponendo un semplice piede
al di fuori del solito luogo comune;
un paesaggio spoglio
in cui vige solitudine.
Abitudine,
fulcro irreale
d'una speranza
oramai destinata a marcire
da insulse dipendenze.
Una chiave illusoria
che illumina le tenebre
di occhi innocenti
colmi ancora di luce.
Ciò che inquina
il loro ardere
è la paura
del sentirsi schiavi
in un mondo senza serratura.
Poesia scritta il 13/02/2019 - 02:09
Letta n.1010 volte.
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Commenti
L'abitudine come alternativa alla solitudine...
Triste, ma molto piaciuta
Triste, ma molto piaciuta
laisa azzurra 13/02/2019 - 21:37
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