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Il settimo giorno

Come il cocente sole
dio la creò sospesa
questa rotonda sfera:
un terzo del volume
aveva il suolo asciutto
la superficie restante
era d'acqua allagata
fin nell'abisso profondo
e pensò innanzitutto
di non farla esondare
dall'enorme catino:
fece ruotare il mondo
dandogli uno spintone
e con questo sistema
si veniva a formare
la forza di attrazione.



Ogni giorno creava
meraviglie diverse
e ogni dì che passava
con fervore plasmava
qualcosa di grandioso:
l'universo cambiava
quando l'alba radiosa
risvegliava ogni cosa.










Quando fu il quinto giorno
si accorse d'improvviso
che mancavan le stelle
e apparve in quel momento
come un manto d'argento:
il sesto giorno infine
fece la luna piena
e la notte serena:
la fece civettuola
facendola specchiare
nella grande laguna
che poi chiamava mare.



Venne il settimo giorno:
era disimpegnato
e si guardava attorno
ammirando il creato
soddisfatto e giocondo:
ma lui non era avvezzo
a rimanere ozioso
e pensava distratto:
poi ricorda d'un tratto
il suo vecchio progetto
concepito in passato:
e dopo aver ponderato
su quel giorno noioso
l'avea chiamato riposo.



*




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Poesia scritta il 30/03/2019 - 08:58
Da Gabriele Vacca
Letta n.834 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Scusa, ma volevo anche dirti che hai avuto una bellissima idea da trasformare in versi! Bravoooo!

santa scardino 30/03/2019 - 17:52

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.....e contemplando ciò che aveva creato disse:- è tob -! Cioè - è bello/buono-.

santa scardino 30/03/2019 - 17:50

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Bella e originale!!!

Maria Isabel Mendez 30/03/2019 - 14:22

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Ma è bellissima.....
Una serie infinita di appellativi alla bellezza del creato
Complimenti Gabriele,
Grazie

laisa azzurra 30/03/2019 - 12:57

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