si usa una maschera conveniente,
diversa d’umore ogni mattina.
Si fa per gioco, finzione o per verità?
Nessuno può dire quello che dietro
o dentro l’anima
davvero si nasconderà.
C’è una finzione trepidante per dire “buongiorno”,
“bacio le mani a vossignoria”!
Ma poi non si capisce se chi lo afferma è sano,
oppure preso dal tradimento, dalla vendetta
o dalla semplice follia.
La simulazione può considerarsi
compassionevole agli occhi dell’innocente.
Magari allegra, imbrogliona o affascinante.
“È così se vi pare…”
O magari… chissà… in effetti non lo è!
Ma che importa?
Puoi trovarti davanti a un misero uomo,
oppure un finto re!
Questa è signori… la commedia della vita
perché così appare!
Si nasconde sempre dietro la scena,
la maschera vera,
quella che non vuole a nessuno,
mai niente di sé realmente manifestare.
È volutamente d’occasione invece
la faccia da imbecille e farabutto,
quella del ladrone, furfante
che imbroglia d’avere
una bella, luminosa novità.
In effetti non ti da tutto
o meglio ti offre un bel niente, perché
quella davvero è la finzione della realtà.
Nel palco della vita quella maschera
improvvisa invece, d’un tratto,
un finto pianto,
accompagnandolo, se occorre,
da un triste, sconvolgente nero lutto.
È davvero imperscrutabile
questa nostra terra girgentana.
Può essere tutto oppure niente.
Riesce a nascondere il mistero della vita
per bene, tutto nella mente.
Nessuno sa chi davvero dietro la maschera ci sia!
Nemmeno chi mi ha procreato,
che è la mamma mia.
Magari apparire ricca o misera se vuole
la maschera della vita!
Pure piena di mistero, di finzione mista a realtà.
Lascia l’interlocutore sempre
e comunque sospeso nel dubbio
trascinandolo, inconsapevolmente,
nell’irrealtà
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