Tu Ermes, nel tuo errare
al limitar tra cielo e mare,
posa le nobili tue membra
sollievo alla desiata ombra,
e vessillo tuo a noi traduci
a postilla, lentamente bruci
la fatica del pensar che cresce...
al limitar tra cielo e mare,
posa le nobili tue membra
sollievo alla desiata ombra,
e vessillo tuo a noi traduci
a postilla, lentamente bruci
la fatica del pensar che cresce...
In grembo, nugolo di frecce
bersaglia parole non dette,
arrese in servili marionette
che già invecchiano, in fretta
obliano il nome proprio, resta
un peso, affonda in uno stupore
di inchiostro, si trascina il cuore...
Tu Ermes, salvaci le parole,
quelle che invocano il sole,
il colore di occhi sotto la luna,
infinito di stelle, nostra fortuna...
di verdi foglie rivesti i nostri rami,
parole che parlano, parole in origami.
Poesia scritta il 20/06/2019 - 22:07
Letta n.867 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.