senza parlare, assorto,
le mani conserte come un bambino
attento alla lezione.
Guardo Hestìa che ha acceso
il fuoco,
sta cucinando le lenticchie,
tra i vapori del tegame di terracotta
quel che resta della mia anima.
Mi chiedo perchè le mie favole non piacciono?
Allora preferisco rinchiudermi
in un mutismo esasperato,
lasciando che siano gli altri a raccontare,
con altre parole e altro significato.
Thot mi ha tolto la sapienza,
riconoscendo in me quell'esagerato istinto
che danneggia la ragione.
Con la mano sul mento tenta di farmi
comprendere che non ha senso
il mio modo di vivere e di amare.
Mi discolpo, so di stare sveglio la notte
e di non dormire il giorno,
perché ho bisogno di non pensare,
alla vita, alla morte,
a quelle campanelline di rame tintinnanti
che mi avvisano che sto per cadere nell'abisso.
Saprò farmi danno in silenzio
senza raccontare,
ho un viaggio da intraprendere,
angeli da respingere e demoni da abbracciare,
senza che nessuno chieda ancora il mio nome
o stringa le mie mani fino a farmi male.
Credo sia giunto il tempo
che io smetta di raccontare,
l'amore di Ero e Leandro, Pinaruti e Yshharu,
altre favole che solo Esopo avrebbe saputo
narrare con ironia e insegnamento.
Ricordo ero la stella più splendente
nel firmamento antico,
guida dei marinai nella tempesta,
luce amica che illuminava il letto
dove lei dormiva.
La mia magia, la Stella più intensa,
immortale e romantica allo guardo…..
riflesso di uno specchio infranto,
dove l'uomo, vive in attesa della fine!

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Molto apprezzata!










tanto dolore certo, ma la bellezza la porti ancora con te e ne sai esprimere tutta la luce.




Bellissima

