Che mi rappacifico con la carta bianca.
Essa mi chiama, mi detta i versi che vuole
sentirsi dire.
Sente il mare dentro di me, si agita insieme
a me,
partecipando di questa tempesta che conosco
da troppo tempo.
E quante volte ho cercato di evitarti,
Poesia!
Mamma oscena, sentimento recondito che balugini
nel buio incomprensibile dei miei giorni.
Quante volte ti ho voltato le spalle!
Ti ho chiesto di non venirmi incontro
tramite una fotografia, un paesaggio,
il viso di qualcuna.
Mi chiedo se sia possibile innamorarsi di una
fotografia, di qualcuna che non si conosce
ma che sta lì a parlarti e sembra che ci sia
sempre stata.
Conosciuta da sempre.
La poesia non risolve nulla: è questa la più dolorosa
presa d'atto.
Ricorro a lei quando non mi è rimasto altro.
Quando mi chiedo come sia possibile
stare a pensare ad un ritratto, ad una fotografia
e non sapere chi lei sia.
Oggi, dopo tanto tempo, ho ripreso la penna.
Nulla di nuovo, la solita ispirazione.
Mi chiedo i perché e li comunico.
Tutto qui.
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originale il senso della poesia nella tua poesia...
magari in un momento dove non ti rimane altro...ne potrò leggere un'altra.