Canto la rabbia,
quella che strappa
il pane alla terra,
che ruba il sole alla nube,
che grida parole di
mondi azzurri,
che guarda oltre le strade
del lavoro e del sangue.
quella che strappa
il pane alla terra,
che ruba il sole alla nube,
che grida parole di
mondi azzurri,
che guarda oltre le strade
del lavoro e del sangue.
Canto la rabbia,
che mi conduce per mano
a cercare altre mani,
a guardare negli occhi
un bambino che
scompare in un’ombra
di silenzio,
che mi fa udire
il grido lontano
che scavalca le montagne
e trafigge le foreste.
Canto la rabbia
che non mi ascolta,
che non mi fa
dormire la notte,
che mi succhia lacrime
e mi getta in ginocchio
di fronte a una madre.
Questo canto,
e condanno
la buona sazietà
che brucia il cuore
alla gente
e nega la mia pena,
la lotta
e il sudario
del mondo.
Poesia scritta il 02/02/2014 - 17:00
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Commenti
Bellissima anche la tua, stesso filo conduttore la rabbia verso un’ elite che ignorando i propri doveri e anteponendo i propri interessi personali, calpesta la dignità dei suoi simili.
Claretta Frau 03/02/2014 - 11:20
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