“Dimmi, Marcovio, tu che sei poeta
ossequiato da tutti e riverito,
cosa io posso fare ad ottenere
crescendo di consensi quale i tuoi?”
“Occorre una poetica furbizia
per ottenere quello che tu vuoi
Mi va ottenere il massimo consenso?
Un lacrimoso addio porgo agli amici
ed essi raddoppiano i lamenti
perché io resti ancora insieme a loro.
Dopo due giorni torno all'improvviso
e di sorprese ne ricevo il triplo!”
“Dimmi, Marcovio, ma questa finzione
non ti sembra contraria alla morale
della quale tu parli a più sospinto
ogni volta che intoni un nuovo carme?”
“Ingenuo sei, poeta molto sciocco,
la morale non c'entra. C'entra invece
il fatto che in un modo oppur nell'altro
io sono in prima fila l'esaltato.
E tu invece che fai? L'etica cogli
nel comportarti sempre in modo umano
e t'adegui credendo d'esser giusto...
però l'incenso i versi tuoi non tocca!”
Nota: alla maniera latina Marcovio (personaggio di fantasia in stile dell'antica Roma) zittisce lo sciocco poeta moralista e gl'insegna il metodo per ottenere incensi e come passare col carro del vincitore sotto l'Arco di trionfo della poesia. Fra scroscianti applausi, naturalmente.
Sia chiaro. Questa composizione non intende assolutamente riferirsi a questo sito.
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