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IN ATTESA DEL MUSICISTA

estasiata mi guardo
in attesa del musicista
affascinantissima
al passeggio.
i miei profumi
di alta ondulazione
propagano piaceri delicati;
un’ombra sale
cingendo i movimenti al corpo.
scoprendo
(per un caso increscioso)
una bellissima gamba
sono assalita
dalla circostanza
che si avvicina
in questa notte
chiusa e silenziosa
fulgente al buio
degli specchi
agli occhi convulsi
delle insegne luminose:
oh, tunica trasparente
che garantisci
vita eterna!



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Poesia scritta il 15/01/2020 - 17:48
Da GiuliaRebecca Parma
Letta n.882 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


GIULIA REBECCA...Affascinosa, misteriosa, conturbante....5*****

mirella narducci 19/01/2020 - 23:20

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Sfiora l'eros questa poesia una autocelebrazione dell'ego narcisista dell'autrice.Scusami ma la mia capacità di analisi é ridotta al lumicino che lentamente si sta spegnendo come questa poesia che sinceramente trovo banale.

Antonio Girardi 19/01/2020 - 19:16

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Un guardarsi dentro, riconoscendo quel sentire profondo di un'attesa del proprio riflesso, decodificato da un pensare profondo. Il musicista verrà?
Forse non riveste quella importanza indispensabile a tentare di dare identità al tuo nome, al tuo corpo, ai tuoi sentimenti. La musica è dentro di te, una sinfonia innata che non ha bisogno di aiuti esterni per emergere.
Tu sei... questo basta...
Complimenti per un testo così eccelso.

Alpan . 18/01/2020 - 02:59

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Ad ogni modo la bellezza del dettato poetico, risulta invigorito da una forza fondante tale da creare un canone nuovo e dotato di piena autonomia.
La scelta linguistica da non intendersi come vacuo o superbo preziosismo, bensì come segno vibrante dell’autenticità di voce dell'io lirico che mette tutto se stesso.
In attesa del musicista... vivi e tra le tante cose vivi di poesia e lirica.
Ottima poesia, davvero.

Giuseppe Scilipoti 17/01/2020 - 22:23

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Estasiato anch'io nel leggere codesta poesia.
Versi che sono un enigma da scardinare, una serie di allusioni da interpretare. La parola è nuda, anzo no, "vestita" e per di più diventa "strumento" iniziatico poiché il costrutto ha quel sinuoso E quell'indicibile dacanto o autodecanto tant'è che associo la poetica ad una tua pubblicazione precedente intitolata "Il suonatore di seni" e penso che si collega pure ad altre. (segue disamina)

Giuseppe Scilipoti 17/01/2020 - 22:22

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ernesto, hai acquisito un potere di parola distintivo, ricco e corposo trend.

alfonso, anna maria, paolo, grazie di cuore.


GiuliaRebecca Parma 16/01/2020 - 19:00

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Hai descritto la vestale romana che si può ammirare seduti sul muretto difronte gli affreschi murali di molte delle case romane di Pompei distrutta dalla lava. Oppure, se armato di bombole di ossigeno, puoi vedere le immagini delle stesse dipinte sui vasi antichi in fondo al mare quasi sepolte dalla sabbia. Vestali vestite di veli, intelligenti e furbe, sensuali e pudiche.Esse le Padrone dell’uomo, insomma. Che diviene di esse schiavo. Compreso il maestro di musica che fa ritmicamente ondeggiare i veli e (guarda caso!) aprire spazi alla vista guidando le movenze di una danza fine.

Ernesto D'Onise 16/01/2020 - 15:52

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Il musicista dovrà possedere capacità sublimi per suonare uno strumento raro e prezioso e intonare la più dolce delle melodie.
Ciao dolcissima Giulia

Paolo Sermonti 15/01/2020 - 22:53

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Mi sembra ermetica ironia della donna moderna, ma forse la mia interpretazione non è corretta.

Anna Maria Foglia 15/01/2020 - 21:36

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Stupenda e convinta autocelebrazione nel cantare la bellezza.
Molto originale.

ALFONSO BORDONARO 15/01/2020 - 20:20

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