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Ode alla bicicletta

La velocità è quella più giusta:
colui che guida di certo non gusta
i gelsomini tra le case accese,
sul ciglione la quercia secolare,
il fieno affastellato nel covone


e nemmeno è troppo salutare
il passo indaffarato del pedone
con sul telefono mani e occhi,
cuffie ad alto volume sugli orecchi...


No, no, qui le orecchie sono tese
al canto tenue e vario del verdone,
le mani ben piantate sul manubrio,
gli occhi in cerca del particolare,
corpo e mente in armonico equilibrio.


Pedali e t'alzi un palmo dalla terra,
hai una visione spettacolare
di natura, agglomerati e persone,
il suolo prontamente ti riafferra
e te stesso conoscere ti pare,
tra cielo e prati in morbida tensione.


Bicicletta, una candida emozione
affiora ad ogni e a tutti i fendenti
di catena e catarifrangenti,
al campanello in duplici rintocchi.


Volano vesti e casti adolescenti
si ritorna in vortici di vento,
si pensa al tempo che mai s'arresta,
a quanto la volevi tra i balocchi,
ed è perciò che libertà è questa
-tenace pedalata di un momento-




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Poesia scritta il 28/02/2020 - 19:17
Da Carla Vercelli
Letta n.899 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Deliziosa

Mirko D. Mastro(Poeta) 29/02/2020 - 04:44

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Bellissima ode...immensa libertà al vento, pedalare in ogni senso!
Grazie per questi versi colmi di magia!

Margherita Pisano 28/02/2020 - 21:54

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