Come l'estate incerta
sulla nuova tenera erba
fra cumino dei prati e cerfoglio
che la pelle e il crine m'adorna.
Ho ancora la freschezza acerba 
della primavera, la quale non torna 
e della melodia ventosa, la foggia. 
Dell'esistenza rara del quadrifoglio 
esibisco l'aleatoria incertezza 
di chi non vuole essere scoperta 
come nelle sere ricamate di brezza 
-come l'estate incerta- 
da poche ore venuta alla luce 
stiracchio le membra già slanciate, 
il seno gonfio di drupe, di grilli la voce 
acclamo, mentre le gambe già ambrate 
ospitano farfalle rosse e glauche 
cicale ancora timide e rauche. 
Mi alzerò da questa verde maretta: 
il grano, il papavero, il prugno 
e sul finire l'uva e la mela renetta 
matureranno, come s'abbronzerà 
il mio broncio, sorriderà il grugno 
ma non sarò mai più così bella, 
in dulcamara aspettativa 
di chissà quali eventi, 
non sarò mai così direttiva 
al modo dell'arcana rosa dei venti. 
Tra un mese, forse meno, 
aria non filtrerà o verranno tempeste 
nella mia veste immacolata 
ma ora il mio viso è ameno 
ed ho della giovinezza agreste 
ancora l'effigie serena e delicata. 
Sono l'estate appena nata.
Poesia scritta il 15/06/2020 - 18:46Voto:  |  su 4 votanti  | 
	

Carla Vercelli  
 19/06/2020 - 18:13 Bellissima
Grazia Giuliani  
 16/06/2020 - 19:11 Come guardare un paesaggio che lentamente rinasce e indossa i suoi più begli ornamenti che incantano l'animo!
Bellissima esposizione!
 
  
Alessia Torres  
 16/06/2020 - 18:04 
Maria Luisa Bandiera  
 16/06/2020 - 12:25 Emozionante!!!

Margherita Pisano  
 15/06/2020 - 23:01 Si scopre, poco a poco
Geniale
laisa azzurra  
 15/06/2020 - 20:20 
                        



