Rinasco ragazzo dallo sguardo antico,
di squame di pesce ed umane emozioni,
dove il mare è profondo e io
sostengo la colonna incrinata di Sicilia,
perché la mia terra non possa sprofondare.
Sono lì sul fondo del mare,
respiro e guida di pescatori,
mito lontano di un sogno marino
che non vuole morire.
La bella Regina ha perduto l'anello,
così distratta da decretare la mia fine,
ma rendermi immortale nel divenire.
Io sono Federico II imperatore di Sicilia,
stupor mundi, arroganza e ipocrisia.
Cola scendi in acqua dimmi perché non ha fondo
lo stretto di Messina? Dovrai misurarlo io ti ordino,
sono il tuo re, ti comando e tu dovrai eseguire.
Scendo in fondo al mare, sconfinati spazi di acqua azzurra,
si aprono al mio sguardo, tempeste e voragini,
barche alla deriva, pescatori che hanno perduto
la vita per una pesca senza miseria.
Sono agile, un pesce lo è, ma ragiono con la mente di un uomo,
del ragazzo nato dal mare, nel suo grembo e nella sua energia,
le meduse alla deriva, stelle marine, mitili in movimento,
il respiro della marea che mi riempie le branchie e i polmoni.
Risalgo il respiro represso in emboli rilasciati lentamente
in un sangue che fluisce irrora le tempie stanca la mente.
Maestà, mio Re, non c'è fondo, solo la colonna spezzata
su cui poggia la Sicilia.
Io sono Federico II stupor mundi, tu esegui, io ordino.
Così raccontava mio padre a me bambino, accarezzandomi
il volto, parole suadenti per me Cola Pesce nel mito!
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