Moderni suoni lambivano i tavoli quadrati di quel bar,
ostello del pensiero,
rifugio dell'eternità.
ostello del pensiero,
rifugio dell'eternità.
Erano momenti nuovi 
che mi atterrivano 
che mi rendevano estraneo 
in quel loculo morente della vita.
Non sapevo districarmi da quel labirinto di tavoli e sedie
di persone troppo comuni,
lascivi esseri dal senno scomposto in troppi frammenti 
perché io possa comprenderli,
perché io possa accettarli 
nella logica esilarante 
che mi sono costruito su di colui che vive.
La morigeratezza che avevo perseguito 
era per me sinonimo di una forza essenziale,
inscindibile dal sublime 
unica via attraverso cui si può fuggire dell'ipocrisia del vivere, 
triste suicidio del non lasciarsi morire.
Poesia scritta il 11/07/2020 - 17:50Letta n.965 volte.
                        			
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Commenti
Bellissima
Senza parole
Senza parole
laisa azzurra  
 12/07/2020 - 18:55 --------------------------------------
  
            
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