Cade inesorabile la goccia del tempo
a torturare la memoria e tutti i suoi figli.
Scava nella lontananza
tra l’infinito dei verbi
e le assenze da riempire,
mentre nel vento galleggiano le foglie,
senza rotta e scopo,
come i ricordi che si perdono
tra l’insicurezza di luci e ombre
e si tramutano in fantasmi
riflessi da specchi dispettosi,
in attesa della confessione
di quella tua debolezza sempre più incanutita
e per regalarti la penitenza
di un ricordo risorto,
perché la sofferenza si moltiplichi
in un caleidoscopio amaro,
bianco e nero di colori.
Cade inesorabile la goccia del tempo,
mi sento esausto,
è mortale questo stillicidio
che pietrifica il respiro
e cancella ogni forza,
ma stanotte ho sollevato la testa,
ho rubato un pezzo di cielo
e ho catturato una cometa
per scrivere più in alto della memoria
tutti i passi rimasti
e quelli ancora da fare.

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