seduto al tavolo
di un bar di periferia.
Come sempre niente da fare,
ma per fortuna c'e sempre
un'amica con cui parlare.
Una birra irlandese
a farci compagnia,
sigarette di buona marca
fra una cazzata e l'altra...
Poi a interrompere questa
quieta monotonia
in bilico sulla pazzia
entra lei...
Un Van Gogh
dell'"annata" migliore.
Non cammina,
ma come una stella,
sfila via,
piano,
come un desiderio
di fine estate.
Sembra che neanche
tocchi terra
come l'ultimo sogno della notte,
quello che non sfiorisce
quando spunta,
timida, l'alba,
ma ti restai tutto il giorno
nella mente come l'accordo
di una canzone del Vasco,
chitarra acustica e basso.
Rimango in estasi a guardare.
Sento i brividi nel cuore,
è bella da star male.
Poi mi chiedo,
chissà se una donna così
esiste veramente o se
nel grigiore di questo bar
è una creatura della mia mente.
Non voglio parlarle,
ho paura possa
svanire improvvisamente,
come la nebbia di montagna
quando in un attimo si dirada
e il sole ti illumina il viso.
E per un attimo,
ti senti...
Vivo...
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