Ricordo ancora il nostro navigare
attraversando mari, affrontando tempeste,
in un viaggio intorno al nostro essere
che mostrava metafore in frammenti.
È stato molto duro per noi!
Ricordo il tuo astrolabio, dono di Ethan,
intarsiato d'oro e lapislazzuli
perché tu potessi dirigerlo
verso Sothis ad indicarci la rotta antica
che avrebbe posto fine al nostro smarrimento.
Incantevole marinaio sulla tolda,
donna Elima cantavi le nenie del ricordo,
lasciandoti accarezzare i capelli da brezze leggere,
il volto dai cristalli di sale provenienti dal mare.
Argo ci avrebbe sgridato!
Troppo disordinati nello spiegare le vele al vento,
legare le gomene,mettere mano alle sartie,
verso un esodo propizio per una traversata
piena d'insidie,indolenti ma innamorati oltre l'amore.
Ma quello era il nostro viaggio!
Io e te soli con sguardo fiero e incoscienza
nella mente, come l'amore incoscienza,
istinto, tenerezza.
La Nike dalle sembianze di Polena
accoglie l'onda, resta in silenzio,
saprà quando dirci che la terra è in vista,
senza avere più nulla da temere.
È il Pathos antico che si apre dentro, ci assale,
l'Algia, il Nostòs senza ritorno che ci sconvolge
il vedere in un equilibrio rarefatte tra cielo e mare
rimandata allo sguardo sfericità di terra
che ci rende appagati e sereni.
Siamo disperati, soli, ora che ci siamo accorti
che l'abile nocchiero Palinuro non è al suo posto,
caduto in mare dopo tante notti insonni.
Ci abbracciamo, radici d'amore che ci legano,
sangue che scorre e movimento immenso di splendore .
La traversata della vita è lunga e insidiosa in un mare astratto
che non ha tempeste se non la tempeste dell'animo,
il dolore che tutto possa dissolversi in un momento.
Non voglio perderti!
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