HO CONOSCIUTO LEI
ambigua è un mostro, una
sofferenza senza mai sbocco;
questa è una vera emergenza,
e il pensiero si volge nella
scienza.
Ho conosciuto
lei donna di classe, il suo 
essere è smarrito non era più
forte; come spesso accade, la 
malattia è sempre difficile 
da gestire. 
 
Nell'alzare lo 
sguardo, era gioiosa ma 
non tanto, vedeva  che tutto
si oscurava con tanto freddo, 
come se quella casa fosse 
di metallo.
Diceva: non 
chiedetemi più di ricordare, 
non cercate di farmi capire;  
la speranza per quel domani, 
è solo nelle mani di nostro 
Signore.
La demenza 
non si augura a nessuno, 
il cervello muore man mano; 
cambia fisicamente, alla fine 
si dimentica chi sono i suoi 
parenti.
Non sorrideva 
più tanto con la bocca, era 
oramai distrutta; lo sguardo 
era sempre sorridente, bianco 
e puro come l’acqua di una 
sorgente.  
 Tutto ciò che 
abbiamo sono questi istanti, 
con l'Alzheimer solo chi ti ama 
ti comprende; strappare questo 
dolore, con occhi sereni non lo 
puoi fare.
Con quelle sue 
pennellate morbide e con 
l'occhio fisso a quel soggetto, 
si chiudono i rami della vita e le 
visioni della genialità del suo 
prodotto.
L’Alzheimer 
ha cambiato l'amica, diventò 
come una larva solcata; tra una 
frase sconnessa e l’altra, trovò gli 
occhi del marito e gli disse sono 
già arrivata.
Poesia scritta il 05/05/2021 - 12:04Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
Poesia molto triste e commovente, chiunque sia la persona ti sono vicino. Un caro saluto.
Paolo Ciraolo  
 05/05/2021 - 19:16 
                        



