Avrei voluto spargere il mio seme
negli anfratti della dea Circe,
per dare origine a mitologica progenie
sfidando numi dal passato ambiguo.
Avrei voluto diffondere mie sinfonie,
note concrete affidate al vento,
ruggiti sincroni di leoni a tre teste,
giano bifronte, mai domo, mai identico.
Come piccola rondine, implume,
che non riesce, ancora, a volare,
erro invece per l’aere, novello Icaro incerto,
con i dubbi di una smarrita esistenza.
negli anfratti della dea Circe,
per dare origine a mitologica progenie
sfidando numi dal passato ambiguo.
Avrei voluto diffondere mie sinfonie,
note concrete affidate al vento,
ruggiti sincroni di leoni a tre teste,
giano bifronte, mai domo, mai identico.
Come piccola rondine, implume,
che non riesce, ancora, a volare,
erro invece per l’aere, novello Icaro incerto,
con i dubbi di una smarrita esistenza.
Poesia scritta il 21/07/2021 - 17:14
Letta n.496 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Ho votato per 5 stelline e ne compare una, mi dispiace che l'illetterato colpisca a suon di stelle mancanti!
genoveffa genè frau 21/07/2021 - 22:31
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I dubbi fanno parte dell'essere umano e si vorrebbe ciò che non è umanamente possibile, la forza si deve trovare in se stessi, nessuna esistenza è vana.
Intensa e significativa!
Intensa e significativa!
genoveffa genè frau 21/07/2021 - 22:29
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