Seduto appiccicato alla pelle del mio sofà,
penso inesorabilmente a quanto caldo fa,
davvero insopportabile questo calore,
devo azionare il mio vecchio ventilatore.
penso inesorabilmente a quanto caldo fa,
davvero insopportabile questo calore,
devo azionare il mio vecchio ventilatore.
Mi alzo sollevandomi piano piano,
mezza cute è rimasta sul divano,
con un click mi dovrei finalmente rinfrescare,
e il pulsante numerico vado a pigiare.
Coordinata e silente è la mia azione,
ma dall’apparecchio nessuna reazione,
perbacco c’è qualcosa che non va,
accipicchia e ora che si fa!
Impreco ciò che pensavo non avrei mai detto,
proprio io che da piccolo facevo il chierichetto,
poi mi accorgo che è staccata la spina,
e allora per penitenza mi risiedo dov’ero prima.
Poesia scritta il 11/08/2021 - 08:48
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