«Terminai d'osservare quel rifluire d'acqua sulla banchina levigata dai muschi, nel sentire il freddo d'un pomeriggio plumbeo»
Contavo gli amori passati leggendoli nelle pietre che calpestavo. Mattoni scalfiti dal tempo, padroni dei segreti del cammino. Camminavo nella lentezza della mia giovane vecchiezza. Tra un passo incerto e un sorriso non donato la gente sfiorava la mia invisibile presenza. Vetrine d'un barocco amico ridondavano come i miei pensieri. Un suono leggero, quasi impercettibile d'oboe seguiva ogni mio movimento. Alzai il bavero del mio nero mantello, avvolgendo dentro un essere privo di materialità. Chi ero, che fra calli e salizade, trasportava il suo incedere nella malinconica foschia delle ore?
Una cabina telefonica, attirò il mio sguardo. Relitto del tempo. M'avvicinai a essa accarezzandola per ascoltare ancora una volta i miei giusti anni. Poi da una penzolante cornetta annerita uno squillo vibrò nell'aria...
«Dove sei mio amato, il mio richiamo non lasciare inascoltato. Avrei voluto che nella tua vita m’avessi sussurrato t'amo. Scorrono immutati i giorni e mai il sentimento per te finì. Ancor vaga l’eco della mia voce tra le calli, testimoni delle nostre segrete effusioni e di mille frasi che a te mi legarono. Sono indissolubili le catene che non riesco a rompere. Solo pene mi legano nella perdizione Vorrei sentirti ancor vicino nei tuoi passi che vedo incerti... ma questa nebbia ci tiene lontani impedendoci di sfiorarci. Ti prego avvolgimi nel tuo mantello, ho freddo, tanto freddo. Fammi vivere un'ultima volta nel tuo calore. Questo luogo spento come le anime dei dannati, che vagano nelle buie ore, mi condanna alla non vita. Maledetta sia io che tutto distrussi per gelosia. Ora, ieri e eternamente morirò, nel morire della laguna. Imprigionata in questa cabina a rimpiangere ore perdute e un tempo che sapeva d’amore»
Un abbraccio e tutta la fiducia del mondo la meritate ampiamente Bravissimi vi stimo Tonino
FADDA TONINO 04/06/2022 - 14:56
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Non posso che ammirare e farmi ammaliare da questi versi. Complimenti.
Caterina Alagna 03/06/2022 - 17:09
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Giusto Mirko recitare è un'arte difficilissima e imparare a farlo costa molta fatica e studio e allenamento con esercizi che devono essere giornalieri altrimenti basta una pausa di poco che la voce ti si "intruppa". Importante è avere passione e comprendere che non si può né si deve piacere a chiunque imparando a costruire i tuoi miglioramenti dalle critiche, anche quelle più severe. Solo così si migliora in ogni campo, dalla scrittura a tutto il resto e poi l'importante e divertirsi e essere in pace con se stessi.
Jean C. Gravili 03/06/2022 - 14:14
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Cmq al di là del timbro di voce,(di lui, non me ne voglia) siete molto fantasiosi e bravissimi!!
Anna Cenni 03/06/2022 - 14:12
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Indubbiamente non sappiamo quali voci abbiano le anime erranti, volevamo dare l'idea di due anime in pena che vagano eternamente sulle calli, comunicando attraverso una vecchia cabina, Jean ha appositamente utilizzato quella vocalità e cosi pure io mi sono adeguata, siamo soliti interpretare i nostri testi con diverse voci essendo appassionati anche di recitazione, ovviamente la perfezione non esiste, grazie per averci letto, ascoltato e commentato, buona giornata a tutti
genoveffa genè frau 03/06/2022 - 13:38
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"Capire il completo significato della vita è compito dell’attore, interpretarla il suo problema ed esprimerla la sua missione. Essere un attore è la cosa più solitaria del mondo. Sei completamente da solo con la tua concentrazione e con la tua immaginazione, e quello è tutto ciò che hai. Essere un buon attore non è facile. Essere un uomo è ancora più difficile. Voglio essere entrambi prima di morire. (James Dean) Credo che in questo testo ci sia tutto questo, complimenti
Mirko D. Mastro 03/06/2022 - 12:54
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Lei, invece, è fresca, fa pensare a una Giulietta che rimpiange il suo Romeo... Un testo magnifico! Un caro saluto a te e alla dolce Genè
Marina Assanti 03/06/2022 - 12:45
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Grazie per l'analisi del testo e dell'audio sempre grati di cuore. Sì Marina, la voce provenendo attraverso un vecchia cabina telefonica in disuso doveva essere volutamente impercettibile roca e inascoltabile essendo quella la voce che valica un'altra dimensione. Ha un tono molto grezzo e "asmatico" e ne hai colto le sfumature e devo dire che pure ha me me sta un pochetto antipatico! Grazie ancora di cuore per la presenza.
Jean C. Gravili 03/06/2022 - 12:30
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Non si può non pensare ad Anonimo Veneziano, il film di E.M.Salerno con Tony Musante e Florinda Bolkan ed il brano di Alessandro Marcello.
Glauco Ballantini 03/06/2022 - 12:24
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Si la voce di lui è troppo impostata, lei è fantastica!!
Anna Cenni 03/06/2022 - 12:04
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Come siete bravi! Pure nella recitazione che son andata a vedermi su YouTube!! Quell'atmosfera veneziana per lunghi anni, io l'ho respirata e qui mi ha commosso immensamente!! Complimenti a voi poeti!!
Anna Cenni 03/06/2022 - 12:02
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Splendido il video, appena ascoltato e apprezzato per, devo dire, non mi convince troppo la recitazione di lui, questo roco sussurro, mentre lei è fantastica. Piaciutissimo in ogni caso perché validissimo il testo e la musica, notissima, in sottofondo. Bravissimi!
Grazie Jean per averla postata, per chi gradisse ascoltare la versione video recitata allego il linkhttps://www.youtube.com/watch?v=m3ZNlhrhnOU&t=38s&ab_channel=Lagiaradeipoeti
genoveffa genè frau 03/06/2022 - 10:59
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5* l'oboe mi fa pensare a Vivaldi, anche se lui prediligeva gli archi... è stato bellissimo leggervi... e rileggervi!
Marina Assanti 03/06/2022 - 10:37
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Che meraviglia! Un racconto in poesia, in un'ambientazione magica(adoro Venezia) originalissima l'immagine della voce che chiama l'amato da una cabina telefonica del passato. E' magica, fluttuante, evocativa, eterea. Piaciutissima. Complimentissimi a Jean e alla cara Genè, veramente di cuore. Mi avete stupita e commossa, grazie a entrambi!
Marina Assanti 03/06/2022 - 10:35
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