Scriveva di calura e d’indaco
Se ne stava, squinternato
e poeta, con quella sua
penna d’angelo,
nel fazzoletto il cielo
d’una giornata d’arsura.
e poeta, con quella sua
penna d’angelo,
nel fazzoletto il cielo
d’una giornata d’arsura.
E se ne stava l’essere
celeste in disparte, come
a voler comprendere
d’una piuma il valore.
Per quanto contino
sulla fronte degli
angeli le gocce di sudore.
Poesia scritta il 03/08/2023 - 08:55
Letta n.359 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Bella e profonda
Mary L 07/08/2023 - 18:42
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Molto bella e profonda. Letta con piacere. Buona giornata
Angela Bianco 04/08/2023 - 11:11
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Tremenamente profonda, quella penna d'angelo che sapeva scrivere sull'infinito astrale ...
Maria Luisa Bandiera 03/08/2023 - 19:12
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Bellissima.
Zio Frank Storie del gufo 03/08/2023 - 11:47
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Pensava tra le rughe della fronte, se mai il cielo si abbassasse ad asciugare le sue lacrime come fossero sudore. Il valore sta nella penna intinta di un colore... tra il mare e i suoi abissi.
Anna Cenni 03/08/2023 - 10:08
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Una penna silenziosa che scrive incisiva sul tempo che non esiste, sul piano astrale il poeta si confida con gli angeli...molto bella
Margherita Pisano 03/08/2023 - 09:05
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