Mi infrango nel rosone di una chiesa violata
da cavalieri fuggiaschi e osservo cicatrici di
spade...feritoie ferite e godute con sorriso.
da cavalieri fuggiaschi e osservo cicatrici di
spade...feritoie ferite e godute con sorriso.
Scruto, tra la lingua, il furore lasciato, assaporo
la tua identità confusa tra i tuoi liquidi involontari e
la mia volontà di volerti...
Trattengo il folto vigneto, fuggendo e schivando
i tuoi movimenti da lepre spellata ma in cattività cattiva,
mi trascino tra le urla scomposte che regnano,
soavi, nella neve non bianca del tuo rossore.
Mi soffochi e ti erigi come stele egiziana,
spingendo la mia spugnosa consistenza
a perlustrare i tuoi anfratti evidenti...
Danziamo tra le immagini di fanciulleschi
cigni color alabastro smussato,
godendo versi danteschi impregnati di fiamme.
Penetro la tua delizia...e ne faccio parte
come osso di pesca.
Poesia scritta il 14/10/2023 - 05:14
Letta n.246 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Bellissima, veramente. Ci ho visto un mondo colorato pieno di immagini interessanti.
Michele Moretti 25/10/2023 - 22:58
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