che non ha nome né forma,
che si nasconde nelle pieghe della casa
tra una spuma di salnitro
e una crepa di muro invecchiata.
Lì dentro trovi i pensieri di Marta
quelli che non confida nemmeno allo specchio,
quelli che bassi fuggono la luce e i rumori.
Non hanno confine i pensieri di Marta
che l’amore l’ha perso lungo la strada di una guerra
e che da allora intreccia gli anni che passano
con ricami d’uncinetto e segni di croce alla sera.
Ogni tanto ritorna bambina nel cuore
e rincorre quel pensoso gracidare di rane lungo il filo dei fossi
e le torna anche il sapore di pane e di viole
di quando si viveva del poco e si rideva del nulla.
Poi apre le mani e scuote la testa
nell’osservare la sua linea nel palmo interrotta.
A casa di Marta
sono le foto a parlare ad alta voce
e più forte di quando il duce vociava alla radio
e le gonne erano lunghe e senza tasche nascoste.
Marta bacia sempre quell’uomo in divisa mai ritornato.
Della steppa conosce solo la grandezza che non riesce a finire,
mentre legge sbiadita la dedica
ormai incompleta ai bordi della carta ingiallita.
Parla con la televisione Marta
e a volte con i gatti che la sanno ascoltare,
poi guarda fuori dalla finestra
e come da bambina faceva
colora le nuvole a forma di fiori,
poi li raccoglie mischiati ai pensieri
e li ripone dentro al quadro appeso di sghembo sopra il camino.
Saranno ancora fioriti per l’inverno che si avvicina al suo mese
e che già cammina storto di freddo
tingendo di fatica il pensiero e il respiro degli alberi.
E’ il tardi di una sera qualsiasi,
non fanno nessun rumore i pensieri di Marta
solo il tiepido fruscio di una lacrima
dentro l’ultimo
che testardo punta i piedi e a volte resta impigliato
tra il salnitro che spuma
e quella crepa nel muro, ormai da troppo tempo invecchiata.
Voto: | su 2 votanti |
Vedi La mia Proprio li...Sembrano conseguenziali poesie.