tra il mondo classico e il futuro,
nelle storie delle genti
che non han più identità.
Europa ed Asia Minore
a piedi nudi,
pellegrino di un mondo perverso,
lontano dalla modernità.
Nel silenzio di Atena Pallade,
nel frastuono di Monastiraki,
tra frontoni e automobili grigie,
nello smog di un'unione lontana...
...Dall'acropoli un masso cadente
sta roteando,
nella piazza un ladrone ed Omero
stan litigando.
"Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta, che infiniti lutti
addusse agli Achei, e di cani e d'augelli
orrido pasto lor salme abbandonò..."
Atene, Atene!
Culla della civiltà,
guarda ai tuoi figli perduti
tra i rumori della stupidità.
Le paranoie del mondo
ti scuotono dentro,
ti avvelenano viscere e corpo,
ti stanno uccidendo!
Sapienza troppo lontana:
la Grecia d'un tempo
è venduta pezzo per pezzo
al gran firmamento.
E sotto a un cielo che piange
lacrime amare,
Omero che all'orizzonte non vede
ti crede ancora felice.
"Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta, che infiniti lutti
addusse agli Achei, e di cani e d'augelli
orrido pasto lor salme abbandonò..."
Senti il cuore più forte
trepidante, sotto il tuo suolo,
pulsa ancora emozioni e poesia
insieme ad un'eterna rabbia.
Mar Adriatico a cento miglia:
immigrazioni di fame e sesso,
Santorini, che fine hai fatto?
Perchè non vomiti la tua ira?
"Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta, che infiniti lutti
addusse agli Achei, e di cani e d'augelli
orrido pasto lor salme abbandonò..."
Atene, Atene!
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