La donna del poeta
la figura snella lo affascina seduce
come una stella d’agosto si spegne riluce
gli piange le sue lacrime trattenute e scarne.
Egli la desidera quando s’attarda
i pomeriggi grevi si gonfiano di vele
sui fogli vuoti dell’assenza
inizia a scrivere della mancanza
in estasi rapito da un’immagine una voce.
Ma ecco ella arriva alfine bella
come una colomba una pagina bianca
e il poeta allegro ripone le sue pene
i fogli tacciono o si riempiono d’amore
e l’ama l’ama come il mare ama la luna
Le offre il corallo degli atolli
le perle del suo sudore innamorato
gli occhi d’acquamarina puri
le chiede da quale galassia misteriosa
lei così chiara fresca e dolce
sia approdata alle sue acque
nere d’inchiostro profonde buie di memorie.
Ed ella sorride accoccolata al suo cospetto
come una gatta adorante e schiva
tronfia d’orgoglio e di sospetto
pensando a quante altre donne
egli abbia già bisbigliato quelle parole
ma gli vuol credere e lo lascia declamare.
Le cita e legge i poeti preferiti
ed ella ride trovando analogie
tra i suoi versi e quelli recitati
e ora il poeta un poco si compiace
d’assomigliare a penne famose
ed anche s’illude d’essere unico
tra le pieghe di quei seni e quelle rose.
Si spreme di trovar similitudini
nei fiori animali astri per descriverla
vorrebbe essere un pittore
per fermare quegli occhi fuggitivi
quei capelli arruffati dalle aurore.
Mai vorrebbe lasciarla andare
sperduta nell’oceano della noia
nel flusso assolato di una strada
la saluta supplicando un ultimo bacio
come fosse quello dell’addio
perché il poeta è così si strugge ed ama
ama e si strugge nel sogno di una donna
che egli chiama la sua
poesia.
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