La dimora dell'anima (3a parte)
di quest’anima venuta da lontano,
al solo scopo di offrirci una mano.
Chi per niente manco la sfiora,
non ha sentore neanche di averla,
chi invece ad essa troppo si avvinghia
o diventa esemplare ammirevole
o fa la fine di una marionetta vagante.
Io che l’ho stretta in modo costante,
pure mi ha fatto tanto dannare
talora buttandomi in profondi burroni.
Ma alla fine benedetta tu sia
che mi hai dato una vita sofferta
e per nulla in monotonia.
È per questo continuo soffrire
che, temprando bene la mente,
quel grosso baratro alfin saltai,
forse tanto per pietà divina
ma un poco anche per merito mio,
rimettendomi così in vita
dinanzi a solite sofferenze da cui,
riconquistata la pace dell’anima,
emergono solo affetti e passioni
con conseguenti forti emozioni.
Anima mia,
gloria a colui che mi ti ha inviato,
e con la vita e con l’amore,
che mi hai così ben donato,
hai realizzato un’indissolubile triade
che di sicuro mi condurrà lontano.
Arrivando quel triste momento,
per i tuoi gran sventura,
per te stesso immagina, invece,
che gran gioia inaspettata.
Nel tuo attimo esalante,
che spettacolo esaltante!
Fai un gran volo all’istante
con un lampo abbagliante
in un bagliore accecante
e all’orizzonte luce fulgente
tra schiere angeliche svolazzanti
indi melodia suadente
con un canto inebriante
ed infin impatto estasiante
su di una luminosa scia
della vera vita per sempre.
Quanto grande è stato soffrire
con catarsi della coscienza,
con la forza dell’amore
ed una mente ben temprata
al presidio della tua caduca essenza,
ora tutte liberate ed insieme
compattate in una splendida pallina
con contorni indistinguibili
per riflessi luccicanti
sempre più attratta all’orizzonte
da una fonte di immane luce.
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