Scheletrica, filforme compare ,
nella foschia
del mattino sotto l' urlo delle onde
 errabonde,
una donna di nera veste coperta 
di tristezza
piena ed il viso rigato da pianto.
La pelle scavata dalla mesta goccia, 
qual  il fiune piega la pietra ,
la rode vince e sccorre.
Mira di lungi ,
ove il gonfior dell mare sfiora
 il  ciel un di senza sole
 e nuvole che  attendon
 solo di riversar la piova.
Ispera di riveder quel dolce legno,
 lottar coi marosi,
 ma salvo alla banchisa.
Poco pesce orben non t' affliger
 dolce sposo,
Il focolar  t' attende.
Ma il vento sordo spazza
 la marina
nn risponde al doloroso vociar
 flebil come una candela.
Ah mare infinito mistero gioa e dolor,
per chi tocca il tuo velo.
La chioma odorosa,
 stanca scioglie al sibilo
d' Eolo, il cor ama ,
eppur l 'alma dispera,
 
mai vedra'
 nella nuda terra 
quelle  ossa.
Vaghera nel ventre ,
del crudel subisso
Ancor giovine la donna,
eppur si strugge ,
sfiorisce come rosa,
senz' acqua e vana spe.  
Corrado cioci
Poesia scritta il 25/09/2024 - 20:54Voto:  |  su 1 votanti  | 
	

Maria Carla Pellegrini  
 27/09/2024 - 18:45 
Maria Luisa Bandiera  
 26/09/2024 - 07:50 
                        


