Il veglio sol(o)
L’anziano uomo come oramai
ripete da quasi due decenni
al fin del dì  si spinge all’orto
e con la consuetudinaria prassi
si accerta che la zucca non sia 
vuota, o il sedano rapa morto.
Pari a quelli che erano i suoi affetti.
Sfiora i pomodori ramati, rialzando
da venti forti e piogge le terracotte 
e si accerta che sia in salute il porro,
che bietole, radicchi e scalogno non 
abbiano patito le gelate della notte.
Sulla sera color del vino
con la stessa canzone
di sempre dentro la testa
annuisce compiaciuto 
al composto contegno
degli acheni in una cesta.
Gli par ora di udire un graffio alla 
porta, che sminuzza le verdure
nel suo angusto e rigido cucinino.
Lo stupore non lo coglierà ad aprire, 
ma nel dividere la minestra per cena
con l’inatteso, tremante bastardino. 
-versi del 2019 rivisti e riproposti
(da  Accorato, M.D.Mastro)
Poesia scritta il 01/09/2025 - 16:15Voto:  |  su 2 votanti  | 
	

Mary L  
 04/09/2025 - 14:05 
Mirko D. Mastro  
 02/09/2025 - 06:53 
Anna Cenni  
 01/09/2025 - 18:17 
                        



