E’ mezzanotte passata, e sto rientrando a casa molto stanca dopo una giornata di lavoro, ancora molto calda.
Imbocco la statale che ormai conosco a menadito, con un filo di musica e con i finestrini aperti mi riempio i polmoni dell’aria di questa notte d’agosto, non direi esattamente fresca, ma pregna di quei profumi che solo l’umidità del buio sa esaltare e rendere così fluidi. Penso alla giornata trascorsa, agli incontri fatti e ai risultati ottenuti.
A quest’ora della sera il bilancio è d’obbligo, anche se conteso tra obbiettività ed ostinazione. Certo, c’è sempre qualcosa da migliorare, ma in fondo non è andata male e me la son cavata anche oggi…
Mentre sono immersa in questi pensieri, scorgo in lontananza, alla fine del rettilineo che invita alla velocità, un assembramento di auto con le frecce di emergenza azionate e mi sembra ci siano anche i carabinieri. E’ probabile sia avvenuto un grave incidente o comunque una brutta situazione.
E’ occupata anche l’altra corsia per cui procedo con molta cautela, quasi a passo d’uomo per non essere motivo d’intralcio quando raggiungerò il punto dell’incidente.
Mentre mi avvicino vedo che non ci sono carabinieri, ma quattro auto e delle persone che si aggirano attorno…..Dio mio…è appena successo! Speriamo non sia troppo grave!...
Fermo l’auto e mi sporgo dal finestrino per chiedere se ci siano problemi.
“Eh sì…” mi viene risposto con voce cupa da un giovane. Forse qualcuno ha avuto un malore e sta molto male, o peggio…
Penso al mio poco sangue freddo di fronte a certe situazioni ed il cuore mi batte forte: spero di reggere alla vista del malcapitato e prego non debbano soccorrere anche me!
Nella confusione un altro ragazzo si avvicina e mi chiede “Non è che sai cambiare questa ruota, che noi non ce la facciamo?”
Rimango di stucco e mi serve qualche secondo per riattivare tutto il mio sistema nervoso e quello cardiocircolatorio: il cuore perde un colpo ma si riassesta mentre per un attimo penso di essere vittima di uno scherzo e vorrei ridere e unirmi a loro. Poi capisco che la loro leggera danza a torso nudo attorno all’auto non può che essere salutare a far loro smaltire la conseguenza di un piccolo incidente, quello del bicchiere di troppo.
Tolgo il freno a mano e riprendo la strada di casa ed il mio misero filosofeggiare….
Imbocco la statale che ormai conosco a menadito, con un filo di musica e con i finestrini aperti mi riempio i polmoni dell’aria di questa notte d’agosto, non direi esattamente fresca, ma pregna di quei profumi che solo l’umidità del buio sa esaltare e rendere così fluidi. Penso alla giornata trascorsa, agli incontri fatti e ai risultati ottenuti.
A quest’ora della sera il bilancio è d’obbligo, anche se conteso tra obbiettività ed ostinazione. Certo, c’è sempre qualcosa da migliorare, ma in fondo non è andata male e me la son cavata anche oggi…
Mentre sono immersa in questi pensieri, scorgo in lontananza, alla fine del rettilineo che invita alla velocità, un assembramento di auto con le frecce di emergenza azionate e mi sembra ci siano anche i carabinieri. E’ probabile sia avvenuto un grave incidente o comunque una brutta situazione.
E’ occupata anche l’altra corsia per cui procedo con molta cautela, quasi a passo d’uomo per non essere motivo d’intralcio quando raggiungerò il punto dell’incidente.
Mentre mi avvicino vedo che non ci sono carabinieri, ma quattro auto e delle persone che si aggirano attorno…..Dio mio…è appena successo! Speriamo non sia troppo grave!...
Fermo l’auto e mi sporgo dal finestrino per chiedere se ci siano problemi.
“Eh sì…” mi viene risposto con voce cupa da un giovane. Forse qualcuno ha avuto un malore e sta molto male, o peggio…
Penso al mio poco sangue freddo di fronte a certe situazioni ed il cuore mi batte forte: spero di reggere alla vista del malcapitato e prego non debbano soccorrere anche me!
Nella confusione un altro ragazzo si avvicina e mi chiede “Non è che sai cambiare questa ruota, che noi non ce la facciamo?”
Rimango di stucco e mi serve qualche secondo per riattivare tutto il mio sistema nervoso e quello cardiocircolatorio: il cuore perde un colpo ma si riassesta mentre per un attimo penso di essere vittima di uno scherzo e vorrei ridere e unirmi a loro. Poi capisco che la loro leggera danza a torso nudo attorno all’auto non può che essere salutare a far loro smaltire la conseguenza di un piccolo incidente, quello del bicchiere di troppo.
Tolgo il freno a mano e riprendo la strada di casa ed il mio misero filosofeggiare….
Racconto scritto il 16/04/2015 - 19:23
Letta n.1404 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Il racconto è verissimo....ma al mio fianco c'era mio marito!
Lo stupore è quindi moltiplicato per due....
Lo stupore è quindi moltiplicato per due....
Millina Spina 17/04/2015 - 21:20
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E poi dicono che non è pericoloso girare da sole di notte! Qui non lo era, ma poteva! A parte la veridicità o meno del racconto ma... meno male. Ciao...
Gio Vigi 17/04/2015 - 20:03
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Sono passata dall'ansia al sollievo,
racconto che cattura e poi libera,molto apprezzato,bravissima
racconto che cattura e poi libera,molto apprezzato,bravissima
genoveffa 2 frau 17/04/2015 - 17:16
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Lo svolgimento mi ricorda da lontano "Gente che corre" di Kafka, narrando di una situazione che crea tensione che poi si attenua e si risolve...
Glauco Ballantini 17/04/2015 - 11:24
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