LIBERTÀ: AD UN BAMBINO DAREI LE ALI, MA LASCEREI CHE IMPARASSE A VOLARE DA SOLO
Se dovessi parlare in astratto di libertà, credo che aggiungerei niente di nuovo rispetto a tutto quello che sin dalla notte dei tempi è già stato scritto.
Proverò allora a proporre qualcosa di diverso, partendo da una provocazione, ovvero: siamo veramente liberi ???
Dopo questa affermazione, tutti, o quasi, pensiamo che se fossimo in un’isola deserta avremmo raggiunto la piena libertà.
Ma è proprio vero?
Certo, siamo liberi dalla comunità, dalle persone, dalle cose, dai vincoli dello stare insieme, ma se questi sono scomparsi, non è che sono stati sostituiti da altri?
In un’isola deserta, ci sono i problemi relativi alla natura del luogo, al sostentamento, agli agenti atmosferici, condizioni tutte che influenzano, il reale senso di libertà, quindi non siamo proprio liberi.
Allora qual è il periodo storico, se mai è esistito, dove si è manifestata in modo evidente la democrazia?
Rincorrendo le mie reminiscenze storiche ho pensato all'antica Grecia, al confronto fra la democrazia di Atene e l’oligarchia di Sparta. Pensavo di essere un pò rassicurato, ma poi indagando meglio, la democratica Atene, al tempo di Pericle, nel 323 a.c. contava 80.000 schiavi, forse erano più gli schiavi dei cittadini liberi.
Allora, forse, Socrate, interessandosi del concetto di libertà, ma soprattutto considerandola come diritto di tutti, si era posto una domanda non banale:
Quanto è libero colui che esprime il dissenso
verso le istituzioni, ovvero le critica e ne mette in discussione la validità?
Tema sempre attuale. Di un tempo recente la protesta ad Hong Kong. I giovani protestano e la televisione di stato diffonde le immagini a Pechino dicendo che sono solo celebrazioni. Ecco la privazione della libertà di comunicazione.
Ricordo i carri armati in Ungheria nel 1956, ero piccolo, ma ho ancora impresse nella mente quelle riprese in bianco e nero, scene di dolore e la tragedia che si consumava con i carri armati dei “fratelli” sovietici che uccidevano la popolazione per difendere la presunta libertà.
Forse lì non era mai iniziato il processo di autodeterminazione dei popoli e la libertà. Poi, sempre i carri armati dei soliti fratelli in Cecoslovacchia, per stroncare la primavera di Praga.
Ma anche le multinazionali americane che in Africa stanno facendo razzia di tutto, a scapito delle povere popolazioni locali. La Cina che acquista, sempre in Africa milioni di ettari di terreno nell'Africa del sud per incrementare le piantagioni di alimenti, perché il riso non basta più.
Ma dove c’è il dissenso, spesso determinato, convinto ed esasperato, ci sono le forze dell’ordine, necessarie per mantenerlo, per “difendere” gli altri cittadini dalle possibili, ma improbabili violenze dei dimostranti.
In Messico spariscono 56 studenti che avevano protestato. Il desiderio di autonomia della Scozia, prima è stato messo in discussione dagli altri cittadini, poi dai politici, ma, infine, dalla finanza e dai poteri forti con minacce non proprio corrette e molto palesi.
Quasi a dimostrare che oggi il dissenso non si combatte più nelle piazze, ma all'interno dei consigli di amministrazione delle banche o dei potentati economici.
Segno dei tempi. Prima il nemico si trovava di fronte, se ne contava il numero e la forza. Oggi il nemico è occulto, invisibile, ma non silenzioso, pochi messaggi per far capire le possibili conseguenze.
Un invito a rientrare nei ranghi!! Insomma il dissenso si combatte cosi. Ma se immaginiamo le conseguenze estreme nulla è cambiato. Sono cambiate le regole e le modalità di applicazione.
Sin dalla notte dei tempi, al dissenso è stato tolto tutto, la libertà sicuramente, ma anche la voce, gli spazi per mostrarlo, le risorse, quindi la condanna ad essere povero di tutto.
Oggi, ripeto, nulla è cambiato, chi non è d’accordo è privato di tutto o quasi. Questo è il prezzo da pagare. Ma una considerazione provocatoria potrebbe essere questa:
la crisi economica sta impoverendo l’Europa, troppi paesi in crisi, ormai gli ingranaggi di un europeismo sempre meno convinto stanno opprimendo quasi tutte le nazioni.
Allora se siamo già poveri, forse possiamo scegliere:
Allineati o dissenzienti? Del resto cosa cambia?
Ma, infine, ritornando in ambiti più ristretti e più vicini al nostro punto di osservazione: i genitori come gestiscono i figli dissenzienti?
Di solito, la prima operazione è evidenziare le differenze con quelli “allineati”. Poi, dopo, si cerca di provare a intervenire in maniera decisa, per ricondurli alla retta via, magari evitando di indagare sui motivi del dissenso.
A volte, invece, chi ha il coraggio di protestare, forse mette in discussione un modello o comportamenti ritenuti non corretti o poco compatibili con quella realtà.
Allora la logica della democrazia non dovrebbe essere quella di esercitare il potere, ma di mettersi continuamente in discussione, provare ad analizzare i fatti e domandarsi se c’è veramente qualcosa di vero, di cambiato???
Non si può ridurre tutto al calcolo frettoloso e immediato delle maggioranze contro le minoranze, che pure hanno il diritto di esistere.
Il dialogo aperto deve essere sempre lo strumento reale di confronto, il contraddittorio diviene motivo di crescita per tutti gli interlocutori, ma soprattutto accresce la reciproca conoscenza.
Questo metodo difficile, faticoso, ma quotidiano, si trasforma nella capacità di assumere una sempre maggiore autonomia da parte dei figli e lasciare che poi volino da soli, ma con ali più robuste e ricchi di molta esperienza in più.
Così dovrebbe essere nelle comunità, dalle più piccole alle più grandi.
Proverò allora a proporre qualcosa di diverso, partendo da una provocazione, ovvero: siamo veramente liberi ???
Dopo questa affermazione, tutti, o quasi, pensiamo che se fossimo in un’isola deserta avremmo raggiunto la piena libertà.
Ma è proprio vero?
Certo, siamo liberi dalla comunità, dalle persone, dalle cose, dai vincoli dello stare insieme, ma se questi sono scomparsi, non è che sono stati sostituiti da altri?
In un’isola deserta, ci sono i problemi relativi alla natura del luogo, al sostentamento, agli agenti atmosferici, condizioni tutte che influenzano, il reale senso di libertà, quindi non siamo proprio liberi.
Allora qual è il periodo storico, se mai è esistito, dove si è manifestata in modo evidente la democrazia?
Rincorrendo le mie reminiscenze storiche ho pensato all'antica Grecia, al confronto fra la democrazia di Atene e l’oligarchia di Sparta. Pensavo di essere un pò rassicurato, ma poi indagando meglio, la democratica Atene, al tempo di Pericle, nel 323 a.c. contava 80.000 schiavi, forse erano più gli schiavi dei cittadini liberi.
Allora, forse, Socrate, interessandosi del concetto di libertà, ma soprattutto considerandola come diritto di tutti, si era posto una domanda non banale:
Quanto è libero colui che esprime il dissenso
verso le istituzioni, ovvero le critica e ne mette in discussione la validità?
Tema sempre attuale. Di un tempo recente la protesta ad Hong Kong. I giovani protestano e la televisione di stato diffonde le immagini a Pechino dicendo che sono solo celebrazioni. Ecco la privazione della libertà di comunicazione.
Ricordo i carri armati in Ungheria nel 1956, ero piccolo, ma ho ancora impresse nella mente quelle riprese in bianco e nero, scene di dolore e la tragedia che si consumava con i carri armati dei “fratelli” sovietici che uccidevano la popolazione per difendere la presunta libertà.
Forse lì non era mai iniziato il processo di autodeterminazione dei popoli e la libertà. Poi, sempre i carri armati dei soliti fratelli in Cecoslovacchia, per stroncare la primavera di Praga.
Ma anche le multinazionali americane che in Africa stanno facendo razzia di tutto, a scapito delle povere popolazioni locali. La Cina che acquista, sempre in Africa milioni di ettari di terreno nell'Africa del sud per incrementare le piantagioni di alimenti, perché il riso non basta più.
Ma dove c’è il dissenso, spesso determinato, convinto ed esasperato, ci sono le forze dell’ordine, necessarie per mantenerlo, per “difendere” gli altri cittadini dalle possibili, ma improbabili violenze dei dimostranti.
In Messico spariscono 56 studenti che avevano protestato. Il desiderio di autonomia della Scozia, prima è stato messo in discussione dagli altri cittadini, poi dai politici, ma, infine, dalla finanza e dai poteri forti con minacce non proprio corrette e molto palesi.
Quasi a dimostrare che oggi il dissenso non si combatte più nelle piazze, ma all'interno dei consigli di amministrazione delle banche o dei potentati economici.
Segno dei tempi. Prima il nemico si trovava di fronte, se ne contava il numero e la forza. Oggi il nemico è occulto, invisibile, ma non silenzioso, pochi messaggi per far capire le possibili conseguenze.
Un invito a rientrare nei ranghi!! Insomma il dissenso si combatte cosi. Ma se immaginiamo le conseguenze estreme nulla è cambiato. Sono cambiate le regole e le modalità di applicazione.
Sin dalla notte dei tempi, al dissenso è stato tolto tutto, la libertà sicuramente, ma anche la voce, gli spazi per mostrarlo, le risorse, quindi la condanna ad essere povero di tutto.
Oggi, ripeto, nulla è cambiato, chi non è d’accordo è privato di tutto o quasi. Questo è il prezzo da pagare. Ma una considerazione provocatoria potrebbe essere questa:
la crisi economica sta impoverendo l’Europa, troppi paesi in crisi, ormai gli ingranaggi di un europeismo sempre meno convinto stanno opprimendo quasi tutte le nazioni.
Allora se siamo già poveri, forse possiamo scegliere:
Allineati o dissenzienti? Del resto cosa cambia?
Ma, infine, ritornando in ambiti più ristretti e più vicini al nostro punto di osservazione: i genitori come gestiscono i figli dissenzienti?
Di solito, la prima operazione è evidenziare le differenze con quelli “allineati”. Poi, dopo, si cerca di provare a intervenire in maniera decisa, per ricondurli alla retta via, magari evitando di indagare sui motivi del dissenso.
A volte, invece, chi ha il coraggio di protestare, forse mette in discussione un modello o comportamenti ritenuti non corretti o poco compatibili con quella realtà.
Allora la logica della democrazia non dovrebbe essere quella di esercitare il potere, ma di mettersi continuamente in discussione, provare ad analizzare i fatti e domandarsi se c’è veramente qualcosa di vero, di cambiato???
Non si può ridurre tutto al calcolo frettoloso e immediato delle maggioranze contro le minoranze, che pure hanno il diritto di esistere.
Il dialogo aperto deve essere sempre lo strumento reale di confronto, il contraddittorio diviene motivo di crescita per tutti gli interlocutori, ma soprattutto accresce la reciproca conoscenza.
Questo metodo difficile, faticoso, ma quotidiano, si trasforma nella capacità di assumere una sempre maggiore autonomia da parte dei figli e lasciare che poi volino da soli, ma con ali più robuste e ricchi di molta esperienza in più.
Così dovrebbe essere nelle comunità, dalle più piccole alle più grandi.
Racconto scritto il 20/06/2017 - 22:04
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Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Molto interessanti le tue riflessioni sulla essenza e consistenza della libertà, irrinunciabile condizione umana, pur nei limiti ad essa imposti dalla complessità della società. Stimolante la ricognizione storica del rapporto tra dissenso e potere, eccellente e condivisibile la conclusione.5* Saluti Aurelia
Aurelia Strada 24/06/2017 - 14:41
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Interessante , non facile in questa società che corre veloce, nessuno ha tempo da dedicare al dialogo, i figli spesso li scordano, forse non si è neppure capaci a esser genitori, saggezza in questo tuo testo, mi piace
genoveffa frau 21/06/2017 - 23:11
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Alfonso
dovrebbe...hai scritto correttamente
ma nn sarà mai
tempo fa scrissi che qualsiasi istante della nostra giornata, è governata da altri...
ci sarebbe tanto e tanto da scrivere
ma la libertà nn esiste, questa è una certezza
complimenti per le tue riflessioni, sempre così "elevate"
dovrebbe...hai scritto correttamente
ma nn sarà mai
tempo fa scrissi che qualsiasi istante della nostra giornata, è governata da altri...
ci sarebbe tanto e tanto da scrivere
ma la libertà nn esiste, questa è una certezza
complimenti per le tue riflessioni, sempre così "elevate"
laisa azzurra 21/06/2017 - 21:40
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Allineati o dissenzienti? I figli saranno sempre dissenzienti e già oggi hanno modo di esprimerlo il loro dissenso: i tempi sono cambiati e anche le leggi sono in favore di tale direzione. Lo afferma anche l'apposito articolo della costituzione. Certo hanno il diritto di imparare a volare da soli ma purtroppo la responsabilità verso di essi è notevole e il ruolo genitoriale non è facile. E della democrazia cosa dire? Utopia. In una democrazia le decisioni sono basate sulla maggioranza e la maggioranza non è mai 'tutti'! Quindi i dissenzienti ci saranno sempre, però, una volta dissentito, chi avrà la meglio? Non ci sarà mai una legge che va bene per tutti! Esempio: la legge sui vaccini di questi giorni? Molti genitori dissentiscono e oltre ciò? Resterà solo un dissenso, non ci sarà una marcia indietro e se ci fosse la parte scontentata sarebbe l'altra.
Giulia Bellucci 21/06/2017 - 14:54
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è bello leggerti dai sempre un senso e un'opinione oculata e vera bel racconto
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 21/06/2017 - 12:26
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Sempre interessanti le tue dissertazioni.
Oggi siamo un popolo di pecoroni e ci hanno tolto qualsiasi libertà di espressione.La casta gestisce tutto e anche i referendum sono specchietti per le allodole.
Oggi siamo un popolo di pecoroni e ci hanno tolto qualsiasi libertà di espressione.La casta gestisce tutto e anche i referendum sono specchietti per le allodole.
Teresa Peluso 21/06/2017 - 08:33
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UN RACCONTO OCULATO QUANTO ARGUTO SEGUITATO CON DISCERNIMENTO.
LIETA GIORNATA, ALFONSO.
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LIETA GIORNATA, ALFONSO.
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Rocco Michele LETTINI 21/06/2017 - 08:06
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